Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Redneck Revolt!

Il termine redneck (collo rosso) è spesso usato come un insulto nei confronti dei bianchi che vivono in aree povere e rurali, magari del Sud, e che tendono a essere politicamente conservatori e razzisti. A usarlo è spesso gente di città, magari progressista, che prende le distanze dall’America “profonda” guardata con disprezzo. (Altri termini simili sono white trash, spazzatura bianca, e hillbilly, bifolco, montanaro). Redneck allude a chi lavora sotto […]

Continua a leggere →

Perché l’uomo è cacciatore: turbamenti sessuali americani del secolo scorso

Si parlava molto di sesso nella International Room delle case dello studente a Madison, Wisconsin, nei primissimi anni 1970s. Se ne parlava, voglio dire, fra noi maschi stranieri, soprattutto se provenienti dal mondo mediterraneo. Un libretto dell’università a noi destinato (fra di noi si diceva, con sarcasmo poco politicamente corretto, destinato a noi stranieri “appena usciti dalla giungla”) ci spiegava, fra tante altre cose, che le ragazze americane sono cordiali […]

Continua a leggere →

L’offensiva del Tet in Vietnam, giusto 50 anni fa? Ho Chi Minh e il generale Giap non c’entravano niente

E così, con l’offensiva del Tet, con la grande campagna militare del Vietnam del Nord e dei Vietcong contro sudvietnamiti e americani iniziata il 30 gennaio 1968, fallita militarmente ma di spettacolare successo politico internazionale, il presidente Ho Chi Minh e il comandante in capo della People’s Army, Vo Nguyen Giap, non c’entrano niente. Anzi, erano scettici o contrari. Anzi, furono messi in un angolo e puniti, vittime del loro […]

Continua a leggere →

I monumenti confederati, monumenti ai vincitori

Discutendo di un libro sulla guerra messicano-americana del 1846-1848 (Peter Guardino, The Dead March: A History of the Mexican-American War, Harvard University Press 2017), James Oakes apre il suo pezzo nella New York Review of Books con una affermazione che è di senso comune ma che è abbastanza sbagliata, e andrebbe detto e ripetuto che è abbastanza sbagliata. “Una delle cose strane riguardo alla controversia sui monumenti alla Confederazione è […]

Continua a leggere →

Negroland, Negro (pronuncia /ˈniːɡrəʊ/)

Ho appena cominciato a leggere Negroland, il memoir di Margo Jefferson sulla sua vita nella borghesia afro-americana di antico benessere, di prestigiose professioni, di ottima istruzione, di raffinata educazione. Lo sto leggendo nella bella traduzione di Sara Antonelli appena uscita per l’editore 66thand2nd (un nome per me curioso, molti decenni fa quell’incrocio di Manhattan mi era diventato familiare). E la lettura, già mi sembra di poterlo dire, si annuncia brillante […]

Continua a leggere →

In Alabama, una vittoria del partito di Obama e Hillary, non di Sanders

Bernie Sanders ha dato la sua benedizione al democratico Doug Jones che ha vinto le elezioni senatoriali suppletive dell’altro giorno in Alabama. Congratulazioni a lui, ha scritto, e agli elettori per aver fatto ciò che pochi pensavano avrebbero fatto; questa è una vittoria “for justice and decency”. Ed è indubbio che si tratti di un evento sorprendente e di un segnale politico importante per lo stato, per il Sud e, […]

Continua a leggere →

Guerra, l’ombra permanente nella storia americana (Marilyn Young 2012)

In un documento che non riesco a ritrovare ma che è citato nei suoi necrologi, Marilyn Young (1937-2017) ricorda che fin dalla sua infanzia gli Stati Uniti sono stati in guerra – “e le guerre non erano davvero limitate e non erano neanche fredde e in molti posti non sono mai finite, in America latina, in Africa, in tante aree dell’Asia”. Diventata un’autorevole storica delle relazioni internazionali, insegnante prestigiosa alla […]

Continua a leggere →

Impero, il nome che gli americani non osano pronunciare (Walter Lippmann 1927)

Nel tempo del declino dell’impero americano, conviene leggere quello che diceva il giornalista Walter Lippmann nel tempo in cui l’impero era in formazione, così giovane che gli americani esitavano a dirne il nome (in molti hanno continuato a esitare fino a oggi, per la verità). Il senso generale del discorso di Lippmann, nell’articolo del 1927 “Empire: The Days of Our Nonage are Over”, è che l’opinione pubblica degli Stati Uniti, […]

Continua a leggere →

Il futuro come presente di altri; le sofferenze private e lo sviluppo dell’industria pesante. Due pagine di Claudio Pavone

L’altro giorno gli storici del mio (ormai ex) dipartimento pisano hanno ricordato con un bel seminario internazionale Claudio Pavone, amico e collega scomparso giusto un anno fa all’età di 96 anni. A margine del seminario, mi sono riletto due passi tratti dalle sue opere di cui ho fatto appunti di memento per il mio lavoro, e un po’ anche per la vita. Il primo passo è tratto da una delle […]

Continua a leggere →

Michael Flynn che parla con i russi? E’ free speech, stupido!

Pubblicato anche su rivistailmulino.it del 6 dicembre 2017 Incontrando l’allora ambasciatore russo a Washington, Sergey Kislyak, alla fine di dicembre 2016, e discutendo con lui di come il governo russo avrebbe potuto o dovuto reagire a certe decisioni del governo americano, Michael Flynn ha commesso un reato? Il presidente era ancora Barack Obama, e Flynn lavorava per conto del transition team del presidente-eletto ma non ancora insediato Donald Trump. Sarebbe […]

Continua a leggere →