Abraham Lincoln parla di come gli immigrati possano rivendicare di essere partecipi della memoria storica del Quattro di luglio e della Dichiarazione di indipendenza, anche se i loro antenati non erano in America nel 1776 (Chicago, 10 luglio 1858).
Questo paese, dice Lincoln, è figlio del 1776, molti di noi discendono dalle persone che di quell’evento sono state protagoniste, e ne sono orgogliosi, ogni Quattro di luglio celebriamo questa discendenza da cotanti padri Ma poi c’è metà della popolazione che è arrivata dopo, che non discende dai padri fondatori per sangue – ma che può riconoscersi nel principio fondamentale del 1776, il principio di eguaglianza contenuto nella Dichiarazione di indipendenza. Anche gli immigrati hanno il diritto di reclamare quel principio “come se fossero sangue dello stesso sangue, carne della stessa carne degli uomini che hanno scritto quella Dichiarazione – e così lo sono”. (Insomma, è su questo principio, e non sulla discendenza di sangue, che si fonda la comune cittadinanza – in polemica con i nativisti anti-immigrati irlandesi e tedeschi di allora.)
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Una voce dal pubblico – “Tre urrà per Lincoln” [Gli urrà furono lanciati con calorosa cordialità.]
Mr. Lincoln – Direi che almeno questa è una verità di per sé evidente.
Ora, succede che ci riuniamo una volta l’anno, più o meno intorno al Quattro di luglio, per una ragione o per l’altra. Questi raduni del Quattro di luglio, suppongo che servano a qualcosa. Se me lo permettete, indicherò alcune delle cose a cui penso possano servire.
Siamo oggi una nazione potente, siamo trenta – o circa trenta milioni di persone, e possediamo e abitiamo un quindicesimo delle terre emerse della terra. Andiamo con la memoria alle pagine di storia di ottantadue anni fa e vediamo che eravamo allora un popolo molto piccolo in termini di numeri, enormemente inferiore a quello che siamo oggi, con un paese molto meno esteso – con molto di meno di ogni cosa che riteniamo desiderabile fra gli uomini – ci rendiamo conto di un cambiamento che è stato estremamente vantaggioso per noi e per i nostri discendenti, e ci concentriamo su qualcosa che è accaduto allora come se fosse in qualche modo connesso con questa crescita di prosperità.
Troviamo una razza di uomini che vissero in quei giorni e che amiamo chiamare nostri padri e antenati; erano uomini di ferro, si sono battuti per il principio in cui credevano; e comprendiamo che da ciò che hanno fatto deriva il grado di prosperità di cui godiamo oggi. Celebriamo questo fatto ogni anno per ricordare a noi stessi […] quanto siamo storicamente connessi a esso; e usciamo da questi raduni sentendoci meglio con noi stessi – ci sentiamo più affezionati gli uni agli altri, e più fermamente legati al paese che abitiamo. Grazie a queste celebrazioni siamo uomini migliori nell’età, nel popolo e nel paese in cui viviamo. Ma dopo che abbiamo fatto tutto questo non abbiamo ancora colto l’intera faccenda. C’è dell’altro collegato a essa.
Oltre a questi uomini – discendenti per sangue dai nostri antenati – abbiamo fra di noi forse metà della popolazione che non discende affatto da loro, uomini che sono venuti dall’Europa – tedeschi, irlandesi, francesi, scandinavi – uomini che sono arrivati dall’Europa o i cui antenati sono venuti a stabilirsi qui, come nostri eguali in tutte le cose.
Se guardano indietro nella storia per rintracciare la loro connessione con quei giorni lontani, trovano di non averne alcuna per via di sangue, non possono ritornare a quell’epoca di gloria e sentirsi parte di noi, ma se guardano invece alla vecchia Dichiarazione di indipendenza trovano che quegli uomini di allora dicono che “Noi riteniamo che queste verità siano di per sé evidenti, che tutti gli uomini sono creati eguali”, e allora sentono che il sentimento morale insegnato in quei giorni dimostra il loro rapporto con quegli uomini, sentono che quel sentimento morale è il padre di tutto il principio morale in loro, e che essi hanno il diritto di reclamarlo come se fossero sangue dello stesso sangue, carne della stessa carne degli uomini che hanno scritto quella Dichiarazione – e così lo sono.
Questo è il filo elettrico [the electric cord] in quella Dichiarazione che collega i cuori di tutti gli uomini patriottici e amanti della libertà, che collegherà quei cuori patriottici finché l’amore della libertà esisterà nelle menti degli uomini di tutto il mondo. [Applausi.]
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“Electric”, da Noah Webster’s American Dictionary of the English Language, Published by George and Charles Merriam, Springfield, Mass., 1857 edition.
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