Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

La Commissione Kerner sulle cause dei disordini razziali del 1967: “due società, una nera, una bianca – separate e ineguali”.

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Alla fine di luglio del 1967 il presidente Johnson istituì una commissione d’inchiesta sulle rivolte urbane di quell’estate. Il riot peggiore, a Detroit (con 43 morti e mezza città distrutta), era ancora in corso. L’altro riot terribile, a Newark, New Jersey, era appena finito (con 26 morti e mezza città distrutta).

La commissione si chiamava National Advisory Commission on Civil Disorders, nota come Kerner Commission dal nome del suo presidente, il governatore democratico dell’Illinois Otto Kerner. Era formata da 11 personalità bipartisan e nonpartisan (10 uomini e una donna, 9 bianchi e due neri) fra le quali ricordo il sindaco di New York John Lindsay, il presidente del sindacato dei metallurgici I.W. Abel, il direttore della NAACP Roy Wilkins. Doveva studiare le cause dei disordini e raccomandare possibili rimedi.

La commissione presentò il suo rapporto il 29 febbraio 1968 (giorno infausto, ahimé, anno bisestile). Il testo del rapporto, più di 400 pagine, divenne un bestseller presso il largo pubblico ma fu ignorato dall’amministrazione che pure l’aveva ordinato. La sua principale conclusione, in una riga? Stiamo diventando una nazione spaccata in due, due società in effetti, “due società, una nera, una bianca – separate e ineguali”.

Un mese dopo la pubblicazione il paese fu di nuovo squassato dalle rivolte urbane seguite all’assassinio di Martin Luther King Jr., il 4 aprile. Poi ci fu l’assassinio di Robert Kennedy, il 5 giugno. Il 10 giugno il presidente Johnson nominò una nuova commissione, la National Commission on the Causes and Prevention of Violence, che pubblicò il suo rapporto in dicembre. Le sue conclusioni in due righe? La Kerner Commission aveva ragione, le cause della violenza sono la disoccupazione, l’emarginazione, la segregazione prevalenti nelle inner cities.

Questa è l’introduzione al Summary of Report della Commissione Kerner.

L’intero rapporto è leggibile in vari luoghi, per esempio qui.

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE NAZIONALE SUI DISORDINI CIVILI

SUMMARY OF REPORT

INTRODUZIONE

L’estate del 1967 ha portato nuovi disordini razziali nelle città americane, e con esse shock, paura e smarrimento in tutto il paese.

Il peggio è capitato in un periodo di due settimane a luglio, prima a Newark e poi a Detroit. Ciascun caso ha messo in moto una reazione a catena nelle comunità vicine.

Il 28 luglio 1967 il Presidente degli Stati Unii ha istituito questa Commissione e ci ha chiesto di rispondere a tre domande fondamentali:

Che cosa è successo?

Perché è successo?

Cosa si può fare per impedire che succeda di nuovo?

Per rispondere a queste domande, abbiamo intrapreso un’ampia varietà di studi e indagini. Abbiamo visitato le città coinvolte; abbiamo ascoltato molti testimoni; abbiamo cercato la consulenza di esperti in tutto il paese.

Questa è la nostra conclusione di fondo: La nazione si muovendo verso due società, una nera, una bianca – separate e ineguali.

Le reazioni ai disordini dell’estate scorsa hanno accelerato il movimento e approfondito la divisione. Discriminazione e segregazione hanno a lungo permeato molta parte della vita americana; ora minacciano il futuro di ogni americano.

Questa crescente divisione razziale non è inevitabile. Il processo può essere rovesciato. Delle scelte sono ancora possibili. Il nostro compito principale è definire queste scelte e spingere per un impegno nazionale.

Continuare sulla strada di oggi comporterà una crescente polarizzazione della comunità americana e, alla fine, la distruzione di basilari valori democratici.

L’alternativa non è la repressione cieca o la capitolazione all’illegalità. E’ piuttosto la realizzazione di opportunità comuni a tutti all’interno di una sola società.

Questa alternativa richiederà un impegno all’azione nazionale – solidale, massiccio e duraturo, sostenuto dalle risorse della più potente  e ricca nazione al mondo. Da parte di ogni americano richiederà nuovi atteggiamenti, nuove idee e, soprattutto, una nuova volontà.

I bisogni vitali del paese devono essere soddisfatti; scelte difficili devono essere fatte e, se necessario, nuove tasse devono essere adottate.

La violenza non può costruire una società migliore. Scontri e disordini alimentano la repressione, non la giustizia. Colpiscono al cuore la libertà di ogni cittadino. La comunità non può tollerare, e non tollererà, la coercizione e il governo della piazza.

Violenza e distruzione devono finire – nelle strade del ghetto e nella vita della gente.

Segregazione e povertà hanno creato nel ghetto razziale un ambiente distruttivo del tutto sconosciuto alla maggioranza dei bianchi.

Ciò che gli americani bianchi non hanno mai pienamente capito ma che i neri non possono mai dimenticare – è che la società bianca è profondamente coinvolta nel ghetto. Le istituzioni bianche l’hanno creato, le istituzioni bianche lo tengono in vita, la società bianca lo legittima.

E’ ora il tempo di impegnarci, con tutta la determinazione a nostra disposizione, nella principale missione incompiuta di questo paese. E’ tempo di adottare strategie d’azione che producano progressi rapidi e visibili. E’ tempo che le promesse della democrazia americana siano fatte valere per tutti i cittadini – urbani e rurali, bianchi e neri, ispanici, nativi, di ogni gruppo.

Le nostre raccomandazioni includono tre principi fondamentali:

  • Creare programmi di una scala adeguata alle dimensioni dei problemi;
  • Mirare questi programmi affinché abbiano un elevato impatto nell’immediato futuro e chiudano la distanza fra la promessa e la realizzazione;
  • Avviare nuove iniziative ed esperimenti che possano cambiare il sistema di insuccessi e frustrazioni che ora domina il ghetto e indebolisce la nostra società.

Questi programmi richiederanno livelli di finanziamento e organizzazione senza precedenti, ma non sono né più profondi né più impegnativi di quanto i problemi che li hanno causati richiedano. Non ci può essere una priorità più alta per l’azione nazionale né un appello più alto alla coscienza della nazione.

Rendiamo oggi pubblico questo Rapporto, quattro mesi prima della scadenza indicata dal Presidente. Molto ancora c’è da imparare. Continuare a studiare è essenziale.

In quanto Commissari abbiamo lavorato insieme con il senso della più grande urgenza e abbiamo cercato di comporre le differenze che esistono fra di noi. Alcune differenze rimangono. Ma la gravità del problema e il bisogno pressante di azione sono troppo evidenti perché si possa rinviare ulteriormente la pubblicazione di questo Rapporto.  

Categorie:Diritti civili, Radicalism, violenza

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