Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Un movimento di successo: l’invenzione del diritto costituzionale alle armi private

isqhulrp948kLa storia dei gun rights e del gun control negli Stati Uniti degli ultimi anni, anzi degli ultimi decenni, deve essere raccontata nel verso giusto.

Non è la storia di una riforma progressista fallita. Non è la storia del fallimento dei tentativi federali di regolare in qualche modo il diritto dei cittadini a possedere e portare armi, un diritto che sembra fondato su un emendamento settecentesco della Costituzione – e che ora viene giudicato anacronistico e messo in discussione.

Al contrario, è la storia di una riforma conservatrice riuscita. E’ la storia del successo di un movimento per la costruzione politica, legale e culturale di un nuovo diritto individuale costituzionalmente protetto, un diritto che prima non c’era – e che non ha alcun serio rapporto con la lettera e lo spirito del testo costituzionale originario da cui viene fatto derivare.

Detto in altri termini, il gun control è cosa vecchia e tradizionale.

Appartiene a una tradizione secolare della cultura politica americana. E’ stato praticato in tutti i luoghi e in tutti i tempi, persino nel Wild West dei grilletti facili. In effetti lo stesso Secondo emendamento della Costituzione è, come ha scritto Adam Gopnik sul New Yorker, un “gun-control amendment”. Nel senso che lega il diritto del popolo a portare armi al servizio militare nelle milizie statali, in “a well-regulated militia”. Nei ranghi di una milizia ben regolata, dunque, non in una folla di individui armati in cui ciascuno fa un po’ quello che gli pare.

I gun rights individuali fondati sulla Costituzione sono invece cosa nuova, un trionfo della contemporaneità.

Sono il frutto di rivendicazioni minoritarie di sinistra e di destra degli anni 1960s e 1970s, diventate una crociata conservatrice con la National Rifle Association dagli anni 1980s in poi. Per definirli e conquistarli ci sono voluti i lavori revisionisti di storici e giuristi, la creazione di movimenti di opinione di massa, un attivismo politico e un lobbysmo legislativo di lunga lena, l’abbattimento di limiti e controlli previsti nelle leggi locali e statali, i referendum e gli emendamenti nelle costituzioni degli Stati. Arrivando infine a ottenere la benedizione più alta, quella della Corte suprema federale.

La quale benedizione è un evento recente, recentissimo.

Che esista un diritto individuale alle armi private garantito dalla Costituzione è stato affermato dalla Corte suprema per la prima volta nella storia pochi anni fa. In due sentenze scritte dalla sua maggioranza conservatrice, District of Columbia v. Heller (del 2008) e McDonald v. City of Chicago (del 2010). Questa opinione è stata avallata dal presidente Obama. Che è un sostenitore del gun control ma che ha detto con una qualche enfasi (il 19 gennaio 2013): “Voglio essere assolutamente chiaro. Come molti americani, credo che il Secondo Emendamento garantisca un diritto individuale a portare armi”.

Come molti americani?

8-12-2015-3-57-45-PMSembra di sì. Alla fine di un percorso durato decenni, il movimento per i gun rights è riuscito a far passare l’idea che le sue rivendicazioni non sono l’invenzione di un nuovo diritto, bensì la riaffermazione di un diritto antico. Ha così conquistato una certa egemonia nel discorso pubblico, il consenso di almeno metà degli americani (soprattutto dopo il 2010: vedi la tabella qui accanto) e quindi l’appoggio di organi costituzionali autorevoli. Perché naturalmente, come ricorda Mr. Dooley, il personaggio satirico creato più di un secolo fa dallo scrittore Finley Peter Dunne, anche “la Corte suprema segue i risultati elettorali” – e oggi i sondaggi di opinione.

Così funzionano i movimenti di successo.

Così ha funzionato, per esempio, più o meno negli stessi tempi, più o meno con le stesse tattiche e gli stessi steps su su fino alla suprema corte, più o meno con gli stessi risultati, il movimento per i gay rights – il movimento per la marriage equality.

Categorie:costituzione, Cultura politica, violenza

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