Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Che ve ne sembra dell’America? Un sondaggio fra i miei studenti

american-flag-eagle-3Rispetto al 2005 i miei studenti di oggi sono meno “anti-americani”. Lo rivela un sondaggio dilettantesco da me condotto qualche settimana fa. Una maggioranza (53%) ha addirittura una opinione molto o abbastanza favorevole degli Stati Uniti in generale, rispetto alla stragrande maggioranza (78%) di opinioni sfavorevoli di allora.

Il cambiamento sembra dovuto, in gran parte, alla percezione della novità rappresentata dal presidente Obama. La sua elezione ha avuto un effetto positivo sull’immagine degli Stati Uniti (per il 70%), e così la sua riforma sanitaria (per il 61%). Fra quattro leader mondiali di primo piano è quello che riscuote maggiore fiducia, l’unico a godere di una maggioranza assoluta favorevole (55%). Ai tempi di George W. Bush, il presidente godeva di una fiducia vicina allo zero (10%), e qualunque cosa facesse peggiorava l’opinione che si aveva del paese.

Sulla politica estera, i giudizi continuano a essere negativi, ma più moderatamente di una decina d’anni fa. Gli studenti sono critici in generale delle scelte internazionali di Washington (46% con un 25% di “non so”) e in particolare di quelle contro il terrorismo (di nuovo al 46% – ma nel 2005 la percentuale un solido 75%). Disapprovano le politiche verso il mondo arabo/musulmano (49%) e la Russia (40%) e, con veemenza, quelle di sorveglianza elettronica (69%). Sono incerti e si dividono a metà sull’intervento militare contro lo Stato Islamico (39% contrari, 37% favorevoli, con un 24% di “non so”).

Nel corso dell’ultimo decennio sembra essere cambiata anche un’altra cosa, e cioè la percezione degli equilibri mondiali. Un maggioranza relativa (42%, con un ampio 25% di “non so”) ritiene desiderabile che gli Stati Uniti cessino di essere l’unica superpotenza militare del mondo – ma nel 2005 ad avere la stessa opinione era una abbondante maggioranza assoluta (63%). Che gli Stati Uniti, un po’ confusamente, incutano meno timore? Se non altro perché non è chiaro quale dovrebbe essere il paese altrettanto potente. Certo non uno dei pretendenti sulla scena. Cina e Russia e i loro leader raccolgono opinioni negativissime (oltre il 70%). La potenza cinese preoccupa da ogni punto di vista, oggi e in prospettiva.

I paesi guardati con maggiore favore fra quelli proposti per il giudizio sono, come nel 2005, medie potenze europee: la Germania e la Francia (69% per entrambe) – ma una maggioranza (57%) ha poca o nessuna fiducia in Angela Merkel. Un oggetto d’amore è il Canada: amatissimo dai più (73%), ignoto a molti (25%), detestato da nessuno – più o meno come nel 2005. Che il Canada sia l’idillio americano, un’America che non crea problemi? L’Unione Europea gode dell’opinione favorevole di una maggioranza (55%), e c’è un desiderio di maggiore indipendenza europea rispetto agli Stati Uniti (72%): si tratta di capire se è tanto o se è poco o se è wishful thinking.

E gli “americani”, in quanto distinti dagli Stati Uniti, come se la passano? L’opinione su di loro è divisa oggi come allora, grosso modo per metà sfavorevole (46%) e per metà favorevole (43%). Anche le caratteristiche a cui sono associati sono le stesse, ovviamente stereotipate: sono inventivi e violenti, e in secondo luogo sono avidi, lavoratori e un po’ sgarbati. Contano qualcosa nel loro sistema di governo? Proprio niente. A contare sono il mondo degli affari (per il 43%), i mass media (per il 25%) – e gli ebrei (9%). Rispetto al 2005, il business è sceso parecchio di importanza, i mass media sono saliti.

Una osservazione meritano infine i risultati di una domanda a risposta aperta, in quale paese consiglieresti di andare a una persona giovane per avere una vita migliore? I suggerimenti sono, com’è inevitabile, sparpagliati. Ma c’è una caratteristica che salta all’occhio: nel 70% dei casi si tratta di paesi dell’Europa occidentale centro-settentrionale, dall’Austria al circolo polare artico scandinavo, e di alcuni paesi extra-europei di lingua inglese. Esattamente come nel 2005. Allora era in testa la Svezia, ora c’è la Germania seguita da Canada (eccolo di nuovo) e Australia. Insomma the good life è nell’Europa anglo-sassone e nelle sue diaspore d’oltremare.

Una nota conclusiva “metodologica”, come si dice nei lavori seri. Il sondaggio è stato condotto nel mio corso di storia generale degli Stati Uniti per la laurea triennale, frequentato soprattutto da studenti del secondo anno. In un giorno di fine ottobre 2014. Con un questionario cartaceo adattato da uno simile che avevo usato, per scopi simili, nell’autunno 2005 (da qui le comparazioni). Allora il modello era stato preso in prestito da un sondaggio multi-nazione fatto da una società americana interessata soprattutto a questioni di politica internazionale (Pew Global Attitudes Project). Hanno risposto 67 persone (nel 2005 erano meno: 40). Le schede sono state compilate in classe e consegnate subito, anonime.

Per chi volesse vedere di più, qui sono reperibili il testo del questionario e la tabulazione di tutti i risultati per tutte le domande.

Categorie:Classroom, Politica estera

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