Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Classroom. Su Wikipedia e l’importanza delle note a pié di pagina

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E dunque, è stato il Reverendo Jeremiah Wright un seguace della Nation of Islam? La domanda è sorta l’altro giorno, durante una discussione in classe sul discorso di Barack Obama For a More Perfect Union, quello sulla razza, pronunciato nella primavera del 2008 durante la campagna per le primarie democratiche. La questione sarebbe (ed è) di interesse assai limitato, anche per i cultori più appassionati della faccenda, se non avesse sollevato una questione un po’ più importante. E cioè l’uso di Wikipedia come enciclopedia universale e la scarsa attenzione che gli utenti, tutti – ma qui mi preme sottolineare: gli studenti in particolare ­– prestano alla verifica della sua attendibilità, ovvero, laddove ci sono, alle note a pié di pagina e alle fonti che vi sono citate.

Una delle cause del discorso di Obama era stata la comparsa, sui media, dei video di alcuni sermoni piuttosto accesi del pastore della sua chiesa di Chicago, la United Church of Christ: il Reverendo Wright appunto. Da questi sermoni l’aspirante candidato presidenziale voleva e doveva prendere le distanze. In uno di essi, dell’aprile 2003, Wright accusava il governo degli Stati Uniti di mentire (non un’accusa originale, va detto), di aver mentito per tutta la sua storia, di aver praticato ingiustizie in patria e all’estero – e concludeva: “e poi vuole che cantiamo God Bless America. No, no, no, non God Bless America. God damn America, Dio maledica l’America” per le nefandezze che ha commesso. In classe si ricordava come questa retorica avesse radici nelle geremiadi radicali e nella teologia della Black Liberation.

“E poi Wright viene dalla Nation of Islam”, dice uno studente. A me non risulta. Lì per lì, l’unico testo che ho a disposizione è la lunga e dettagliata voce su Wright di Wikipedia in inglese, dove della cosa non si fa cenno. Wikipedia dixit. Ma Wikipedia ha molte versioni. Qualche ora dopo mi arriva una email dello studente che giustamente vuole spiegare l’origine della sua affermazione in classe: Wikipedia francese. E in effetti questo vi leggo del controverso pastore (vedi l’immagine in apertura): “Issu d’une secte antisémite et islamique, The Nation of Islam 1,2,3, il a été prédicateur à l’Église unie du Christ de Chicago…” Netto e preciso, in poche righe, come di poche righe è l’intera voce su Wright, in effetti un abbozzo di voce (c’è infatti una esplicita messa in guardia). Sarà anche un abbozzo, ma ora abbiamo un problema: da dove viene quell’informazione?

Per fortuna ci sono le note a pié di pagina, quei tre numerini 1, 2, 3, subito dopo “Nation of Islam”. Vado a controllare. Ahimé. In nessuno dei tre articoli citati si rende conto della connessione Wright-Islam, non se ne parla proprio. Nei primi due, Wright non viene neanche nominato. Nel terzo lo si definisce “un sostenitore razzista della Black Liberation Theology, un credo marxista…” Niente Islam anche qui. Il filo conduttore dei tre pezzi, tutti in inglese, pubblicati fra la fine del 2008 e la metà del 2009, mira a dimostrare un’altra connessione, quella di Obama con il radicalismo palestinese anti-israeliano, ovvero con alcuni intellettuali americani di origine palestinese, fra cui lo scomparso Edward Said.  Siamo dentro la polemica politica anti-Obama, da parte dei conservatori.

Che questa sia la natura delle fonti in nota è evidente a me, che comunque mi sono preso la briga di andare a vedere. Due fonti le conosco già, la venerabile National Review e il webmagazine American Thinker, quello in cui si dice che Beppe Grillo potrebbe essere un agente di influenza iraniana in Italia. Il linguaggio ha suggestioni cospirativiste; ed è giustizia poetica che emerga durante la ricerca su Wright che, da questo punto di vista, non si è fatto mancare niente nelle accuse al suo governo: ha mentito su Pearl Harbor, ha diffuso la sifilide fra i maschi neri, ha inventato il virus HIV come strumento di genocidio della gente di colore. Siamo a posto. E dunque: chi ha scritto l’abbozzo wiki in francese? Ma soprattutto, per ciò che mi riguarda: è chiaro che la connessione Wright-Islam è ancora indimostrata. Evidentemente non è così chiaro per un lettore casuale e meno informato.

Rimane la curiosità. Trovo un articolo su Time Magazine dei tempi dello scandalo, con il tema giusto, How Jeremiah Wright Found Religion (aprile 2008). Bene, come l’ha trovata? Con un percorso, sembra, tutto interno al protestantesimo, a cominciare da quello di famiglia, essendo figlio e nipote di predicatori. Con momenti di crisi quando, durante il movimento per i diritti civili, viene in contatto con i protestanti bianchi del Sud, cristiani che credono in Gesù, nella segregazione e nel linciaggio. Infine tramite la Divinity School della University of  Chicago, dove incontra la teologia della liberazione. Un dettaglio è interessante: una delle sue sfide di pastore, negli anni 1970s, è quella di contrastare l’influenza della Nation of Islam nella comunità afro-americana, dove molti vedono il cristianesimo come religione dei bianchi.

Ma perché fidarsi di Time? E’ davvero più affidabile di media più eccentrici, solo perché è mainstream? Non sarà al servizio delle élite liberal che occultano la verità, come si sostiene a destra? Google mi dice che la destra è sicura di sé: che Wright sia un ex-mussulmano è ripetuto in decine di suoi siti e blog, con le stesse esatte parole, messe fra virgolette come provenienti da un’unica fonte. Che rintraccio. Ed è così sul settimanale (liberal) The New Republic, in un articolo del marzo 2007, che finalmente vedo la frase-sorgente di tutta questa storia: “But Wright was a former Muslim and black nationalist…” Ma ri-ahimé. L’autore Ryan Lizza, oggi corrispondente del New Yorker, la butta lì quasi per caso, senza altre spiegazioni. E senza note a pié di pagina (be’, tutto l’articolo ne è privo, com’è normale in un settimanale).

Di tutto questo abbiamo parlato il giorno dopo a lezione. Se il Reverendo Jeremiah Wright sia stato davvero, magari in gioventù, un seguace o simpatizzante della Nation of Islam – per il momento, per noi, secondo quello che sappiamo, secondo i nostri criteri di valutazione – resta un mistero. E magari lo resterà un mistero, perché molte ulteriori ricerche sono certo possibili – ma abbiamo altro da fare. Comunque, forse, qualcosa l’abbiamo imparato lo stesso.

Categorie:Classroom, insegnare

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