E così Hillary Clinton ha confessato. Ritrovo oggi una vecchia storia che aveva appassionato la blogosfera internazionale l’estate scorsa, e che evidentemente è ancora viva. La storia è questa. L’ex-segretaria di stato degli Stati Uniti ha detto qualcosa che viene riassunto più o meno così: ISIS è roba nostra, l’abbiamo creato noi americani, ci è sfuggito di mano. Non ci credete? Ecco la prova regina, la citazione letterale delle sue parole, che qui riprendo in italiano da un blog italiano che ho appena letto.
“È stato un fallimento. Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq.”
Bene, questo, direbbe un insegnante di storia, è un teachable moment, un’occasione per fare un po’ di critica ravvicinata delle fonti e dell’uso delle fonti. La frase è stata detta in un’intervista pubblicata su The Atlantic del 10 agosto 2014, facile da trovare online. Si può andare a leggere l’originale, proprio queste stesse righe, e per ora solo queste.
“I know that the failure to help build up a credible fighting force of the people who were the originators of the protests against Assad—there were Islamists, there were secularists, there was everything in the middle—the failure to do that left a big vacuum, which the jihadists have now filled.”
Qui abbiamo già, come dire, alcuni problemi di interpretazione e traduzione interni alla fonte stessa. Sottolineo solo i più evidenti. Nella parte iniziale della frase, Hillary non parla di “creare [dal nulla?] una guerriglia”, bensì di “aiutare a costruire una credibile forza combattente di coloro che sono stati gli originatori delle proteste contro Assad”. Nella parte finale, scompare la nozione del “gran vuoto” riempito dai jiadisti. Dunque: la protesta c’era già, non l’abbiamo creata noi, si trattava semmai di darle una mano, di non lasciare spazio agli estremisti.
Si sarebbe trattato di darle una mano, in effetti, al condizionale. Perché, ahinoi, non l’abbiamo fatto. Ed è questa la critica che Hillary muove al presidente Obama, una volta che ha lasciato (nel febbraio 2013) il ministero degli esteri e, in questo passaggio e altrove, si toglie qualche sassolino dalla scarpa. Basta leggere qualche riga sopra e qualche riga sotto, per capire bene il testo del discorso e il suo contesto; e questo vale anche per i moltissimi che non hanno avuto bisogno di tradurlo per manipolarne il significato. Ecco lo scambio con l’intervistatore, Jeffrey Goldberg.
JG: Do you think we’d be where we are with ISIS right now if the U.S. had done more three years ago to build up a moderate Syrian opposition?
HRC: Well, I don’t know the answer to that. I know that the failure to help build up a credible fighting force of the people who were the originators of the protests against Assad—there were Islamists, there were secularists, there was everything in the middle—the failure to do that left a big vacuum, which the jihadists have now filled. They were often armed in an indiscriminate way by other forces and we had no skin in the game that really enabled us to prevent this indiscriminate arming.
L’opposizione da incoraggiare, organizzare e armare era “l’opposizione siriana moderata” che aveva dato il via ai movimenti di piazza. Secondo Hillary, Obama si è rifiutato di farlo e ha lasciato così mano libera ad altre forze (e ad altri armatori). E’ stato il non-intervento americano a favorire l’emergere di ISIS.
Insomma, Hillary Clinton dice esattamente il contrario di quello che le viene attribuito.
Categorie:Politica estera, Veramente detto
Tag:Barack Obama, complotto, Hillary Clinton, ISIS, The Atlantic
Come mai non sono sorpresa?
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