Patriottico? Anzi, ultra-patriottico? Immagino di sì, se sei un americano patriottico e vedi la storia di un eroe shoot-them-all che fa fuori i nostri crudeli nemici “selvaggi”. E se credi nella favola dell’umanità divisa in pecore, lupi e cani da pastore, una favola che circola da un po’ di tempo nei blog di destra, interpretata in chiave di gun rights e Secondo emendamento. Il resto, le conseguenze, sono per te dimenticabili chiacchiere.
Detestabilmente imperialista? Immagino di sì, se sei un anti-americano per principio e fede, e vedi la storia di un fanatico che assassina gli indigeni, sempre e solo crudeli e selvaggi. E lo fa, come nei western di una volta, in casa loro, senza darti una spiegazione convincente del perché è lì. Il resto (il prima, il dopo, i problemi, la famiglia) è per te un weepie sentimentale maschile come lo sono tutti i film di guerra.
Raffinatamente complesso? Immagino di sì, se sei un critico molto raffinato e vedi quasi ovunque, in particolare nei peggiori film di serie B, storie che fanno esplodere le contraddizioni ecc. ecc. E magari sei stato colpito al cuore dal passaggio più celebre del trailer, quello di sparo o non sparo. Forse uno dei pochi passaggi moralmente complessi del film, almeno finché, come nel trailer, resta in suspense, inconcluso.
Il significato sta molto nell’occhio di chi guarda. E al mio occhio American Sniper è sembrato soprattutto un brutto film, un film brutto e irritante. L’ho guardato con ostilità per ragioni poco politiche. Dopo Kubrick e Full Metal Jacket, è ancora sopportabile vedere le solite scene di duro addestramento militare e di sergenti urlanti per il bene di lor “signorine”? Scene fatte per giunta in economia di mezzi e di personale?
Dopo Full Metal Jacket e quel film sulla battaglia di Stalingrado, Il nemico alle porte, c’è qualcosa di meglio che vuoi vedere sui cecchini e sui duelli fra cecchini? Qui, oltretutto, il cecchino nemico ultracool mi sembra una parodia. Mi ha fatto venire in mente John Turturro in una sintesi dei personaggi comici e geniali che interpreta in The Big Lebowski e in You Don’t Mess with the Zohan.
Ma la parte che più mi ha irritato riguarda il rapporto con la moglie, o meglio il rapporto della moglie con lui: la donna che, dopo aver sposato un Navy Seal anche perché ha il fascino del Navy Seal, è sconvolta che sia sempre fuori casa, a fare il Navy Seal. E poi rientra un po’ scosso. Con dialoghi banali e talvolta ai limiti della caricatura. (Qui più che altrove è importante una precisazione: ho visto il film doppiato e quindi snaturato.)
E’ un topos visto e rivisto, che infesta la testa dei registi maschi. E’ inevitabile nei film polizieschi. Quante mogli hai visto che si lamentano del marito poliziotto che è sempre in strada a fare il poliziotto? Non lo sapevano prima? Ma anche altrove, la stessa routine riguarda, per dire, la moglie lamentosa di The Butler, e lì è surreale: un maggiordomo della Casa bianca, dove passerà gran parte del suo tempo se non alla Casa bianca?
Quasi dimenticavo: vuoi davvero ancora vedere una pallottola che colpisce in slow motion? Speri fino all’ultimo che non ci sia, ma no invece, infine c’è. La pallottola fatale al rallentì.
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