Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

La Corte suprema e la Croce: per i monumenti pubblici con simbolismi religiosi, l’importanza del tempo che passa, della storia.

QNBN2HEYMEI6LNEZO3F6YFQZOMQualche giorno fa la Corte Suprema ha emesso una sentenza, American Legion v. American Humanist Association (20 giugno 2019), in cui afferma che un monumento a forma di croce può essere mantenuto dal governo dello stato del Maryland. Ciò non configura una violazione del principio di separazione fra stato e chiesa, in particolare della cosiddetta Establishment Clause che vieta al governo di riconoscere o privilegiare un credo religioso organizzato rispetto ad altri.

Le motivazioni della sentenza, e le opinioni concorrenti o di dissenso, sono piuttosto interessanti. Perché discutono la questione se e in che misura il simbolismo su cui si costruiscono i monumenti pubblici (simbolismo religioso in questo caso, ma si possono immaginare altri casi: razziale o di genere, per esempio) può avere un significato laico (o generale) o può acquisirlo nel tempo – la carica simbolica originale addolcita dalla tradizione, estesa dall’abitudine e dalla pubblica accettazione, resa cerimoniale dalla polvere e dalla nebbia della storia.

Il monumento in questione è una grande croce di cemento e granito inaugurata nel 1925 a Bladensburg, in Maryland, non lontano da Washington, D.C., per onorare la memoria di una cinquantina di caduti della Grande guerra residenti della locale contea. All’inizio il memoriale, noto come Peace Cross, era privato, finanziato da privati, costruito su proprietà privata. Nel 1961 fu rilevato dallo stato ed è questo fatto che, negli ultimi anni, è diventato problematico. E’ giusto che un monumento con un così potente e visibile simbolo religioso, di una specifica religione, sia mantenuto con soldi pubblici, cioè di tutti i contribuenti? Non è, appunto, una violazione del Primo emendamento? Così hanno ritenuto alcuni residenti sostenuti dalla American Humanist Association (una associazione laica, anzi atea). Si è messa contro la American Legion, che aveva contribuito a erigere il monumento un secolo fa. Una corte d’appello federale ha dato ragione ai primi, ordinando di modificare o distruggere la croce. La Corte suprema ha dato torto alla corte d’appello, consentendo alla croce di restare.

Con una maggioranza inusuale di 7 giudici a 2 – i cinque conservatori più Stephen Bryer e Elena Kagan, ciascuno con le sue motivazioni, contro Ruth Bader Ginsburg e Sonia Sotomayor.

Il giudice Samuel Alito scrive per i cinque giudici conservatori che il monumento non trasmette, o almeno non trasmette più, un particolare messaggio religioso. E’ stato costruito tanto tempo fa, dice, quando la croce era strettamente associata alla Grande guerra. E poi con il tempo i monumenti cambiano di significato, acquistano una diversa dimensione, entrano in una tradizione culturale locale, la loro stessa “familiarità” li rende neutrali. Forse che siamo colpiti da città che si chiamano Los Angeles e San Francisco? C’è una croce nella bandiera svizzera, all’inizio scelta per ragioni religiose che nel frattempo sono svanite. Notre Dame, recentemente incendiata, è un luogo di preghiera e di fede, ma è anche un simbolo laico di Parigi e della Francia, lo dice persino il presidente Macron.

Insomma.“Che la croce nasca come simbolo cristiano e mantenga quel significato in molti contesti non cambia il fatto che il simbolo abbia acquisito anche un significato secolare quando è usato nei memoriali della Prima guerra mondiale. La Peace Cross ha acquistato importanza storica con il passare del tempo, ricordando ai cittadini le gesta e i sacrifici dei loro predecessori mentre si erge accanto ai memoriali di veterani di altre più recenti guerre. E’ così diventata parte della comunità”.

In effetti, scrive Alito, è proprio il rimuovere simboli storici di questo tipo che diventa imbarazzante. “Per molti, sarebbe proprio la distruzione o la deturpazione della Peace Cross a non essere neutrale, a non promuovere gli ideali di rispetto e tolleranza contenuti nel Primo emendamento. … Un governo che si aggira per il paese abbattendo i monumenti con simbolismi religiosi e cancellando ogni riferimento al divino – colpirebbe molti come aggressivamente ostile alla religione”.

Non compra questi ragionamenti Ruth Bader Ginsburg nel sua vigorosa dissenting opinion, letta pubblicamente e condivisa anche da Sonia Sotomayor. Scrive piuttosto che il monumento manda un messaggio di favoritismo e di esclusione: eleva il cristianesimo sopra le altre fedi, e la religione sopra la nonreligione.

“La croce latina è il simbolo fondamentale della fede cristiana, incarna l’affermazione teologica centrale della cristianità: che il figlio di Dio è morto sulla croce, che è risuscitato dalla morte e che la sua morte e resurrezione offrono la possibilità della vita eterna. La croce latina non è emblematica di nessun’altra religione. Proprio per questo è un simbolo comune per le tombe dei soldati cristiani. Per la stessa ragione, usarla in un war memorial con la trasforma in un simbolo secolare. Così come una stella di David non è adatta a onorare i cristiani che sono morti servendo la patria, una croce non è adatta a onorare i credenti di altre fedi. I soldati di tutte le fedi sono uniti nell’amore del paese, ma non sono uniti dalla croce”.

E dunque: “Decenni fa, questa Corte ha riconosciuto che la Establishment Clause del Primo emendamento richiede la neutralità del governo fra le fedi religiose, e fra la religione e la nonreligione. Numerose volte da allora la Corte ha riaffermato l’impegno costituzionale alla neutralità. Oggi la Corte erode questo impegno, svalutando il precedente disegnato per preservare la libertà individuale e l’armonia civile a favore di una presunzione di costituzionalità per monumenti, simboli e pratiche di lunga data.”

Delle altre opinioni cito la concurring opinion con la maggioranza del giudice Stephen Bryer, in genere schierato con i giudici progressisti. Che la butta sul piano dei tempi diversi che richiedono criteri diversi. La Peace Cross, scrive, non minaccia il Primo emendamento, è un messaggio di patriottismo che per 94 anni non ha suscitato controversie, strettamente legato alla Prima guerra mondiale. E’ chiaro che con essa il governo non intende promuovere una particolare setta religiosa. E quindi può restare. Diverso sarebbe il caso di un monumento eretto oggi, in un contesto di maggiori diversità e divisioni religiose.

“La Corte ha giustamente sostenuto la costituzionalità della Peace Cross dopo aver considerato il suo particolare contesto storico e il posto che ha avuto per tanto tempo nella comunità. Con questo approccio un memoriale più recente, eretto in circostanze diverse, non sarebbe necessariamente consentito”.

Infine mi piace ricordare il giudice Brett Kavanaugh, ovviamente parte della maggioranza ma con una specifica concurring opinion. In cui si dice ben consapevole della natura religiosa della croce (“umilierebbe sia i credenti che i non credenti dire che la croce non è religiosa, o non così tanto religiosa”) e capisce coloro che obiettano a farne un monumento. Si tratta, dice, di un scontro di interessi genuini e importanti. E curiosamente ricorda ai ricorrenti una via per continuare la loro battaglia, lontano dalla Corte suprema.

Dice, attenzione: “La decisione della corte consente allo stato di mantenere la croce su una proprietà pubblica. La decisione della corte non impone allo stato di mantenerla”.  Datevi da fare a livello statale, dunque.“La Corte suprema non è l’unica guardiana dei diritti individuali in America”.

Categorie:religione

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