Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Il sogno più bello di Plunkitt: la secessione di New York City

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Un’altra delle riflessioni dell’ex-senatore George Washington Plunkitt, il filosofo di Tammany Hall, pronunciate dalla sua tribuna – il chiostro di lustrascarpe del tribunale di contea di New York. Adattata da Plunkitt di Tammany Hall (1905; ETS, 2010).

Si sta avvicinando il momento, e anche se non sono più un giovanotto potrei fare in tempo a vederlo, in cui New York City si separerà dallo stato e farà stato a sé. Non può non succedere. L’animosità fra questa città e i bifolchi che si guadagnano da vivere depredandola è ormai al livello di quella fra Nord e Sud prima della guerra. E, fatemelo dire, se non ci sarà una separazione pacifica entro breve tempo, potremmo avere gli orrori di una guerra civile proprio qui nello stato di New York. Accidenti, conosco un sacco di gente nella mia circoscrizione che già oggi non vede l’ora di abbattere a fucilate un po’ di quei bifolchi!

New York City ha una popolazione più numerosa di gran parte degli stati dell’Unione. E’ più ricca di una qualsiasi dozzina di loro messi assieme. E tuttavia la gente di qui, come ho già avuto modo di spiegare, non sono altro che schiavi della gang [Repubblicana] di Albany. Abbiamo sopportato questa schiavitù molto a lungo, ma l’insurrezione è ormai vicina. Sarà una lotta per la libertà, proprio come la rivoluzione americana. Avremo la libertà con mezzi pacifici se possibile; con una guerra crudele se necessario.

Ma pensate a come le cose andrebbero deliziosamente in città se avessimo un governatore e una assemblea legislativa controllata [dal partito Democratico di] Tammany che si riunisce, mettiamo, dalle parti della Quarantanovesima strada, e un sindaco e un consiglio comunale controllato da Tammany che lavora a City Hall! Che pace e armonia ci sarebbe! La gente non avrebbe più niente di cui preoccuparsi. Tammany provvederebbe a tutto alla sua maniera semplice e tranquilla. Non sentireste più parlare di conflitti fra le autorità statali e quelle cittadine. Tutto verrebbe accomodato senza problemi a Tammany Hall, e ogni progetto di legge presentato da Tammany all’assemblea legislativa sarebbe sicuramente approvato.

I Repubblicani non conterebbero niente.

Categorie:Cultura politica, Elezioni

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