Gli americani adulti oggi favorevoli a leggi più severe sulle armi da fuoco sono il 52%. La percentuale è stata in varia oscillazione nel passato, era il 78% nel 1990 giù fino a toccare il fondo del 44% un decennio fa, ed è di nuovo in discesa negli ultimissimi anni. Un dato particolarmente interessante riguarda l’ultimo biennio, se disaggregato per identità di partito. Secondo un recente sondaggio Gallup (vedi la grafica qui sotto), l’anno scorso la caduta di favore è stata verticale fra i repubblicani, da sempre poco favorevoli (dal 36% al 22%); quest’anno lo è stata fra gli indipendenti (dal 60% al 45%). Nel frattempo i democratici (da sempre) favorevoli sono saliti a un record 91%. Tutto ciò rispecchia un trend ben noto in tutte le faccende americane: una ulteriore polarizzazione partitica dell’opinione nazionale.
Ma chi possiede armi negli Stati Uniti? Mica tutti, come sembra dire un luogo comune, ma abbastanza sì (qui il sondaggio è dell’anno scorso). Un terzo degli americani adulti (32%) possiede personalmente un’arma, quasi una metà (44%) vive in una casa in cui c’è un’arma. Disaggregando i dati, i predittori più consistenti per individuare chi possieda armi e chi no sono di tipo politico: i repubblicani sono armatissimi (il 50% di loro) e i democratici no (18%), i conservatori sì (45%) e liberals no (15%). A possedere molte più armi della media sono inoltre residenti delle aree rurali, uomini, del Sud; a possederne molte meno sono cittadini non-bianchi, donne, dell’Est. E ciò è coerente con l’allineamento elettorale di questi gruppi, tendenzialmente repubblicani i primi, democratici i secondi.
Un ultimo dato interessante riguarda le ragioni avanzate per possedere un’arma da fuoco, che sono in genere tre. Due di queste restano piuttosto stabili, e cioè per andare a caccia (per poco meno del 60% degli americani adulti) e per praticare il tiro a segno sportivo (intorno al 70%). La ragione che è aumentata drammaticamente rispetto agli ultimi dati disponibili è per la protezione contro il crimine: nel 2000 e nel 2005 era questa la risposta di due terzi degli americani (65 o 66%), in pencentuali simili a quelle delle altre due ragioni. Ma ora è diventata la risposta di quasi 9 americani su 10 (88%). Molto più di prima ci si arma per difesa personale contro una minaccia percepita come altrettanto personale, diretta.
Insomma, la polarizzazione politica non riguarda solo l’approccio ideologico, lo scontro fra i sostenitori del diritto (individuale e caro ai repubblicani) di portare armi e l’autorità dello stato (collettiva, cara ai democratici) di regolarne per legge l’esercizio. Riguarda proprio la diffusione fisica delle armi, per cui sembra plausibile dire che i regolatori delle armi (democratici) siano in buona sostanza i regolatori delle armi altrui (repubblicane). Viene anche il sospetto che le ragioni stesse per armarsi di più implichino la paura (repubblicana) di un disordine che, si sa da altre indagini anche nel passato, è raccontato come criminale ma è spesso confuso con il disordine sociale (percepito come democratico?).
- Quanta influenza devono avere i genitori su quello che viene insegnato a scuola? Sondaggio!
- Quando l’Europa ci rubò il Natale: uno scandalo inventato (appunti da Facebook)
Categorie:Cultura politica, Sistema politico
Tag:armi private, gun control, gun rights, polarizzazione politica