Un’altra delle riflessioni dell’ex-senatore George Washington Plunkitt, il filosofo di Tammany Hall, pronunciate dalla sua tribuna – il chiostro di lustrascarpe del tribunale di contea di New York. Adattata da Plunkitt di Tammany Hall (1905; ETS, 2010).
I leader di Tammany non sono topi di biblioteca
Si sente un sacco di chiacchiere sul fatto che i leader di circoscrizione di Tammany sono degli analfabeti. Se analfabeta vuol dire avere senso comune, ci dichiariamo colpevoli. Ma se vogliono dire che i dirigenti di Tammany non hanno istruzione e non sono dei gentiluomini, non sanno quello che dicono.
Naturalmente non siamo tutti topi di biblioteca e professori universitari. Se lo fossimo, Tammany potrebbe vincere le elezioni una volta ogni quattromila anni. La maggior parte dei leader sono semplici cittadini americani, che vengono dal popolo e sono vicini al popolo, e hanno tutti quel tanto d’istruzione che basta a far filare quei damerini col doppio cognome e ad amministrare il governo cittadino. Abbiamo anche dei topi di biblioteca, nell’organizzazione. Ma non ne facciamo dei leader di circoscrizione. Li teniamo come ornamento per le parate.
Tammany Hall è una enorme macchina, e ogni pezzo è messo perfettamente a punto per svolgere il suo compito specifico. Funziona così bene che uno non pensa che sia un affare complicato, ma lo è. Ogni leader di circoscrizione è adatto alla circoscrizione che controlla e a nessun’altra. Ecco perché Tammany non fa mai l’errore dei riformatori di mandare in una circoscrizione degli uomini che non conoscono la gente, e che non sono in sintonia con le caratteristiche del posto. Non mandiamo dei signori nella Bowery, né mettiamo uno che è svelto di mano a capo della Ventinovesima.
I riformatori fanno lo stesso genere di errori che fece quel tizio ad Albany parecchi anni fa. Questo tizio era stato pagato per andare a votare di mattina presto in una mezza dozzina di circoscrizioni, usando il nome di altri elettori e prima che questi arrivassero al seggio. In un posto, quando lo scrutatore gli chiese il nome, ebbe il fegato di rispondere “William Croswell Doane”.
“Andiamo. Voi non siete il Vescovo Doane”, disse lo scrutatore.
“Col cavolo che non lo sono, pezzo di —– !” urlò quel tizio.
Ora, questo è il tipo di errori di giudizio di cui si macchiano i riformatori. Non scelgono gli uomini adatti al lavoro che devono fare.
Prendete me, per esempio. Nella mia circoscrizione, la Quindicesima, vive gente di tutti i tipi, e ci vuole un cosmopolita per gestirla bene. Io sono un cosmopolita. Quando vado nei quartieri signorili della circoscrizione, mi intrattengo con quella gente e so usare la grammatica. Da ragazzo sono andato a scuola per tre inverni, e ho imparato un sacco di roba ricercata che tengo per l’occasione. Non c’è un signore in tutta la circoscrizione che non sia orgoglioso di farsi vedere a parlare con George Washington Plunkitt, e magari imparano anche una cosa o due chiacchierando con me.
Quanto alla gente comune, io con loro mi sento sempre a casa mia. Quando sono tra loro, non cerco di sfoggiare la grammatica, o di parlare della Costituzione, o di quante volt ci sono nell’elettricità o di far capire in qualche modo che sono più istruito di loro. Non sopporterebbero una cosa del genere. No; metto da parte tutte le manfrine. Così, vedete, devo essere diversi tipi d’uomo nello stesso giorno, una specie di virtuoso del travestimento rapido, se posso dire così.
Non in tutte le circoscrizioni c’è bisogno di un cosmopolita, ma i nostri uomini sono sempre i più adatti a comandare. C’è Dan Finn, nella circoscrizione della Battery, il sempre cordiale e allegro Dan, che ora fa il giudice. Magari pensate che un giudice non è la persona più adatta a controllare una circoscrizione come quella, ma avete torto. Molti degli elettori laggiù sono portieri e custodi dei grandi palazzi per ufficio della parte bassa di Broadway. Questi custodi sono i più dignitosi e orgogliosi degli uomini. Persino io avrei dei problemi a trattare con loro. Niente di meno di un giudice gli andrebbe bene. Quando è con loro Dan fa sfoggio del suo portamento dignitoso, e quando è con gli amici appende l’ermellino nell’armadio e ritorna il giovialone di sempre.
Anche Big Tom Foley, leader della Seconda circoscrizione, è perfettamente adatto al suo ruolo. Tom vende whisky, e di quello buono, ed è capace di difendersi contro una mezza dozzina di picchiatori se per caso li incontra dalle parti di Cherry Hill o di Chatham Square. Pat Ryder e Johnnie Ahearn della Terza e della Quarta circoscrizione sono gli uomini giusti al posto giusto. Gli elettori di Ahearn sono per metà irlandesi e per metà ebrei. Lui è popolare sia con gli uni che con gli altri. Mangia corned beef e carne kasher con la stessa noncuranza, ed è lo stesso per lui togliersi il cappello in chiesa o calcarselo sulle orecchie in sinagoga.
Ecco perché questi buffoni di critici non sanno quello che dicono quando criticano Tammany Hall, la più perfetta macchina politica sulla faccia della terra.
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