Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

“Violentate le nostre donne e vi state prendendo il nostro paese”

birthofanation8“I have to do it. You rape our women and you’re taking over our country. And you have to go.” Devo farlo, violentate le nostre donne e vi state prendendo il nostro paese, dovete morire. Secondo un sopravissuto alla strage, questo ha detto Dylann Roof prima di uccidere nove afro-americani (di cui, con tragica incongruenza, sei erano donne) nella chiesa di Charleston in South Carolina. Così l’assassino terrorista bianco ha ridato un soffio di vita alla fantasia razzista di Nascita di una nazione, il film di D.W. Griffith uscito nelle sale cinematografiche giusto un secolo fa, nel 1915.

birthofanation11La morale della favola di Griffith è semplice. Dopo la fine della Guerra civile e l’abolizione della schiavitù, gli ex schiavi neri vogliono due cose, il potere politico degli ex padroni e il sesso delle loro donne. Spalleggiati dagli alleati del Nord, cercano di prendersi entrambe le cose con la violenza. Diventano seduttori lubrichi, minacciosi predatori sessuali. Si appropriano dei governi degli Stati. E approvano leggi (in particolare, nel film, proprio in South Carolina) che consentono i matrimoni interrazziali. Lo slogan è “equal marriage”.

0000244834Ai maschi bianchi del Sud non resta che resistere, opporre forza alla forza per difendere la purezza dei corpi femminili bianchi, del body politic bianco, della razza bianca. La resistenza si organizza nel Ku Klux Klan. Il risultato vittorioso è, alla fine, la segregazione razziale delle leggi Jim Crow. Il mezzo terroristico per raggiungere il risultato è invece la legge di Lynch. E così viene linciato il nero che vuole stuprare la donna bianca, e che non ci riesce solo perché la donna bianca preferisce la morte.

birthofanation7L’ossessione dello stupratore africano come aggressore politico, e della difesa con ogni mezzo necessario del corpo femminile bianco come difesa di sovranità politica e territoriale, non apparteneva solo alla paranoia di Griffith. Era parte del discorso pubblico del Sud di quegli anni, e della giustificazione della diffusione sempre maggiore dei linciaggi. Ed era denunciata dalla giornalista e attivista afro-americana Ida B. Wells nel suo pamphlet anti-linciaggi, Southern Horrors: “Il Sud si nasconde dietro il paravento di difendere l’onore delle sue donne”.

The Birth of a Nation (1915)A esprimere questa ossessione in tutta la sua valenza politica, ci pensò il Senatore Benjamin Tillman (sì, proprio del South Carolina, nella cui capitale continua a essere onorata ancora oggi la sua statua). In un intervento in Senato a Washington, nel 1900, disse: “Nel Sud non abbiamo mai riconosciuto il diritto del negro di governare uomini bianchi, e mai lo faremo. Non abbiamo mai creduto che sia eguale all’uomo bianco, e non accetteremo che gratifichi la sua lussuria sulle nostre mogli e sulle nostre figlie senza linciarlo”.

Categorie:cinema, Diritti civili

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