Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Contro il governo federale, per la sovranità degli Stati (Patrick Henry, 1788)

Schermata 2014-06-02 a 16.44.08E poi c’erano gli Anti-federalisti, che si opponevano al governo federale forte, in nome dei diritti degli Stati e della loro sovranità repubblicana. Contro un potere centralizzato lontano dal popolo, elitario e potenzialmente tirannico. Questi sono alcuni pezzetti, molto tagliati, dell’intervento di uno di loro, Patrick Henry – di fronte alla convenzione del suo Stato, la Virginia, che doveva ratificare la nuova Costituzione federale.

Patrick Henry (1736-1799) era un rivoluzionario della prima ora, ed è famoso per aver lanciato per primo il grido di battaglia “Give me liberty, or give me death!” – “libertà o morte!”, divenuto poi l’invocazione di tante rivoluzioni e di tanti aspiranti martiri rivoluzionari. Come spesso accade, non è sicuro che l’abbia detto davvero. Era un oratore elettrizzante, ma gran parte dei suoi discorsi sono stati ricostruiti a memoria parecchi anni dopo. E non era facile ricostruirli.

Thomas Jefferson ci ha spiegato perché: “Per quanto fosse difficile, dopo che aveva parlato, dire che cosa avesse detto, tuttavia, mentre parlava, sembrava che andasse sempre dritto al punto. Quando aveva parlato contro di me, aveva prodotto una grande impressione, e io stesso ne ero stato molto emozionato e affascinato; poi mi ero chiesto, quando aveva finito, ‘Che cosa diavolo ha detto?’ e non sono mai stato stato capace di darmi una risposta”.

Patrick Henry at the Virginia Ratifying Convention ( June 1788 ).

Il destino della mia domanda e quello dell’America potrebbe dipendere da questo: hanno detto, Noi, gli Stati? Hanno avanzato la proposta di un patto tra gli Stati? Se l’avessero fatto, questa sarebbe una confederazione. E’ invece chiaro che questo è un governo unitario. La domanda ruota intorno a questa cosa di poco conto – l’espressione Noi, il popolo, invece degli Stati d’America. Non mi sarà difficile dimostrare che i principi di questo sistema sono estremamente perniciosi, incauti e pericolosi.

Questa è una rivoluzione altrettanto radicale di quella che ci ha separato dalla Gran Bretagna. E’ altrettanto radicale se, in questo rivolgimento, i nostri diritti e le nostre prerogative sono messi in pericolo, e la sovranità degli Stati viene ceduta: e non è forse evidente che questo è il caso? Una simile rinuncia ai propri diritti è degna di uomini liberi? E’ degna della virile fermezza che dovrebbe contraddistinguere i cittadini di una repubblica? Non dovete tanto chiedervi come accrescere il vostro commercio, né come diventare un popolo grande e potente, ma piuttosto come salvaguardare le vostre libertà; poiché la libertà dovrebbe essere il fine immediato del vostro governo.

Perché dunque si parla di pericoli per spingerci con la paura ad adottare questo nuovo governo? E tuttavia chi può dire quali pericoli potrebbe causare il nuovo sistema; essi sono invisibili alla gente comune, che non sa prevederne le conseguenze latenti. Tremo al pensiero degli effetti che ciò potrebbe avere sulle classi medie e basse della popolazione: è per loro che temo l’adozione di questo sistema.

Dal ogni punto di vista legislativo questo è un grande governo unitario. Voi non avrete più il diritto di fare leggi se non su questioni di secondaria importanza. Che cosa avranno da fare gli Stati? Prendersi cura dei poveri, costruire e riparare le strade, costruire ponti, e così via. Tanto vale abolire subito le assemblee legislative statali. A quale scopo continuare ad averle? La nostra assemblea sarà in effetti uno spettacolo grottesco – 180 uomini che marciano in una solenne processione farsesca, la prova desolante della libertà perduta del nostro paese, senza alcun potere di riprendersela.

Dall’altra parte ci sono gli emolumenti federali, ricchi, lauti – le cariche federali ricche, comode, attraenti, remunerative. Il numero dei collettori di tasse e imposte sarà più grande di qualunque cosa gli Stati possano fare. Chi potrà sfidarli? E poi dovete mettere in conto l’esercito e la flotta. Mettete tutte queste cose insieme, e aggiungete le superiori capacità di coloro che gestiscono il governo unitario. Possono gli Stati reggere il confronto? Non possono reggerlo neanche ora, quando è ancora in embrione. L’influenza di questo governo sarà tale che non sarà più possibile cambiarlo; perché proporre dei cambiamenti sarà come insultarlo. Considerate tutte queste cose e ditemi se i governi degli Stati saranno in grado di sopravvivere al governo federale.

antif50b

Categorie:Classroom, costituzione

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