Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Le armi private degli americani

2ndAmendmentFBbanner

E’ troppo facile prendersela con le lobby dei venditori di armi, con la National Rifle Association. Le lobby fanno il loro mestiere, cercano di influenzare i legislatori e l’opinione pubblica spendendo i loro soldi prima, durante e dopo le campagne elettorali. Sono una voce potente, ma una fra le tante. Fra l’altro, esistono anche le lobby a favore del controllo delle armi, che fanno lo stesso mestiere, anche se hanno meno risorse e meno determinazione: sono state molto meno attive negli ultimi anni. E ci sarà un perché.

E’ troppo facile prendersela con il Secondo emendamento alla Costituzione, quello che dice – be’, è opportuno leggerlo tutto e ricordarne la data, 1791: “Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben regolata milizia, non si potrà violare il diritto del popolo di possedere e portare armi.” E’ appena finita la rivoluzione. L’emendamento vieta al nuovo governo federale, in odore di centralismo contro-rivoluzionario, di disarmare le milizie statali che hanno contribuito alla conclusione vittoriosa della lotta.

Possedere e portare armi è dunque il diritto, in effetti quasi il dovere civico, dei cittadini di continuare a difendere collettivamente la repubblica appena insediata – contro la reazione in agguato. Non è, all’origine, un diritto individuale. Lo è diventato, nel senso comune e infine sul piano giudiziario, nel corso del tempo, in particolare nel tardo Novecento. La Corte Suprema, per dire, ha fatto riferimento a questa interpretazione individualista per la prima volta in due sentenze, non dell’Ottocento ma del 2008 e del 2010.

E’ troppo facile prendersela anche con il senso comune, che è poi quello degli elettori. Come ignorarlo, per chi voglia essere eletto? I sondaggi dicono che gli americani favorevoli a leggi più rigorose sul controllo delle armi sono in netta diminuzione nell’ultimo ventennio. E sono una minoranza, consistente ma comunque sotto il 50%, malgrado l’accelerazione dei massacri. Dopo ogni massacro la percentuale sale, raggiunge un picco talvolta maggioritario ma poi, passata la tragedia, torna a scendere. Proprio come l’attenzione dei leader politici: lacrime per il sangue versato, poi di nuovo il silenzio.

Schermata 2012-12-15 a 12.46.10Si capisce qualcosa di più disaggregando i dati dei sondaggi.  Non tutti gli americani la pensano allo stesso modo. La difesa del diritto individuale di portare armi, dei gun rights si dice, è molto più aggressiva fra i bianchi che fra i neri e gli ispanici, fra gli uomini che fra le donne: ma è in crescita per tutti. Soprattutto, è fortissima, maggioritaria e in impennata fra gli elettori repubblicani (è arrivata a superare il 70% di consensi quest’anno). E’ molto minoritaria e stabile fra i democratici (sempre sotto il 30%).

E’ dunque una questione di partito? Qualcosa di più: è una questione di culture politiche in conflitto. E’ un aspetto dello scontro più ampio fra conservatori (sempre più conservatori) e liberal – sul ruolo che il governo deve avere nella vita dei cittadini, sul rapporto fra diritti privati e obbligazioni collettive, fra sfera individuale e big government. Non a caso le recenti sentenze della Corte suprema sono avvenute a stretta maggioranza, cinque giudici contro quattro, da parte della maggioranza conservatrice.

Categorie:Cultura politica, violenza

Tag:, , , , , , , , , , , ,

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...