Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Classroom. Insegnare storia (americana) con powerpoint?

27powerpoint_CA0-articleLargeUn celebre diagramma powerpoint che cerca di spiegare la complessità della strategia americana in Afghanistan – riuscendoci benissimo.

L’altra mattina il computer di classe sembrava non funzionare, e anche il proiettore faceva le bizze. Poi le cose si sono aggiustate – ma per un attimo mi sono sentito perduto. Avevo tutta la lezione su powerpoint: outline, appunti, diagrammi, immagini (e anche alcuni links a youtube, un indispensabile Donald Duck, una imprescindibile citazione da Casablanca). Senza l’aiuto di quelle macchine, come diavolo avrei potuto far lezione?

Da qualche anno è così: luci abbassate, e slideshow. Funziona meglio l’insegnamento, o peggio? Ne ho parlato qualche volta con gli studenti, con reazioni piuttosto positive. Ne leggo sui giornali, anche in un articolo di qualche giorno fa, senza molta soddisfazione. Provo a mettere giù qualche riflessione, specificando che parlo di lezioni di storia (insomma di una materia umanistica), di lezioni frontali di base, di storia generale – degli Stati Uniti, American History 101 si direbbe laggiù.

Prima era diverso. Usavo schede di carta, ragionavo dalla cattedra ma anche muovendomi in aula, annunciavo a voce la struttura della lezione, distribuivo fotocopie di qualche documento, scrivevo alla lavagna i nomi di luoghi e persone, appendevo a un chiodo un paio di grandi carte geografiche, il Nord America o il mondo, a seconda dei temi e dei periodi. Ora è tutto nelle slides. E in più i documenti utilizzabili si moltiplicano, visuali e sonori, fermi e in movimento. Molto efficace e comodo, senza dubbio. Forse troppo comodo?

Vedo due problemi. Il primo riguarda il mio comportamento. Sono più legato al computer, spesso seduto di fronte allo schermo che contiene anche i miei preziosi promemoria. Perdo contatto fisico, visivo e quindi anche dialogico con la classe, per giunta non molto illuminata (confido non addormentata, nelle ultime file). Il secondo riguarda gli studenti (quelli svegli). L’impressione è che la lezione sia più guardata che ascoltata, e risulti più facile – ma con meno lavoro mentale, dove è il “ma” a essere importante.

Sospetto, per esempio, che cambi il modo di prendere gli appunti – di elaborarli, pensarli. Ascoltando, per costruire appunti utili occorre uno sforzo per schedare ciò che si ascolta, per costruire schemi di significato: così facendo già si apprende, subito. Ascoltando e guardando, con la matrice della lezione scodellata davanti agli occhi, con scalette, illustrazioni, tabelle, talking points, linee di sviluppo, schemi bell’e pronti – lo sforzo è fatto da altri. Forse si apprende di meno, e lo sforzo è solo rimandato, per chi deve comunque apprendere.

Si potrebbe dire, prendendosi delle libertà con Marshall McLuhan, che una lezione solo orale è un medium “cool”, perché è più astratta, meno coinvolgente e richiede più partecipazione ed elaborazione autonoma da parte dell’utente. Mentre una lezione a slides è un medium “hot”: è più precisa, lineare, logica, ma è più coinvolgente e richiede meno partecipazione attiva? (In effetti, confesso di non aver mai capito bene McLuhan su questo punto. E immagino che ci siano intere biblioteche di pedagogia sulla faccenda.)

Dovrei dunque tornare alle vecchie lezioni “cool”? O andare fino in fondo, mettere gli slideshow sul web, e rendere la mia narrazione e presenza fisica del tutto superflua? Forse adottare un mix dei due media, alternando i formati in sessioni distinte? Dedicando alcune sessioni, ma solo alcune, e interamente, a proiezioni, schemi, poster, fotografie, cartoons, spezzoni di film e video? Sperando che, come qualche tempo fa, non ci sia un temporale elettrico e proprio quel giorno, a quell’ora, non salti la corrente.

Sul web, provare a googlare “teaching with powerpoint”: i risultati vanno da siti che offrono lezioni già confezionate per ogni materia insegnabile – a serie discussioni su The Chronicle of Higher Education o su blog personali come questo. C’è anche la rivolta anti-tecnologica, con titoli come Teachers Without Technology Strike Back oppure (ma è una storia più complicata di quanto sembri, e anche meno osé) Teaching Naked.

Categorie:Classroom, insegnare

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2 risposte

  1. Personalmente ho seguito due corsi in cui venivano usate le slides: quello di Storia delle Istituzioni Politiche con il prof. Polsi e il suo. In entrambi i casi mi sono trovata molto bene, trattandosi di corsi generali, in cui sono presenti molte date, nomi o, nel caso di istituzioni politiche, di riferimenti giuridici. I riferimenti presenti nelle slides permettono di tenere il filo del discorso e di poter scrivere anche i particolari che magari a un primo ascolto sfuggono.
    Credo sia fondato il suo dubbio sull’impatto sull’attenzione degli studenti, ma penso che a tal proposito ci siano delle componenti soggettive da considerare. Mi spiego meglio. Quegli studenti che sono soliti stare attenti in classe e prendere con zelo gli appunti molto probabilmente non smetteranno di farlo a causa delle slides. Anzi, personalmente le dico che a me permettevano di alzare un momento lo sguardo dal quaderno allentando un pò la concentrazione necessaria nelle lezioni frontali in cui si cerca di non perdersi una parola, magari a tutto discapito di godersi (anche se solo per qualche minuto) l’esposizione del professore senza doversi sforzare a scrivere.
    Per quanto riguarda invece quegli studenti che in classe di solito prendono un filo di appunti o non ne prendono affatto, la reazione alle slides può essere a mio avviso duplice: far penetrare “almeno” quelle nozioni di base e linee guida proiettate oppure lasciare che mantengano lo stesso atteggiamento rispetto alla lezione. Del resto nelle slides non c’è scritto tutto, anzi… L’attenzione durante la spiegazione è necessaria per comprendere davvero le linee schematiche proiettate.
    Mettere a disposizione le slides via web credo sia un pò più problematico. Per gli studenti può trattarsi di un aiuto nel caso di assenza o di ripasso, ad es, ma può anche essere un eccessivo incentivo a non impegnarsi (della serie “non importa scrivere, tanto è tutto sul sito”).
    In definitiva credo che le slides siano uno strumento molto utile in classe, ma in merito alla condivisione sul web credo sia un passo “rischioso” (notare le virgolette).

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  2. Ah, e così per la cronaca, dopo anni e anni di lezioni frontali tradizionali, avere delle slides con links, filmati da youtube o anche solo delle immagini è una boccata di aria fresca. Permette di avere una prospettiva diversa e più stimolante sugli argomenti.
    Non guarderò più i “Tre porcellini” della Disney allo stesso modo dopo le sue lezioni. 🙂

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