Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Due modi di avvicinarsi alla Casa bianca (alcune cosette marginali sul dibattito presidenziale)

white-house

Trump, il palazzinaro: “Stiamo aprendo [un albergo, il Trump International, che altro, ndr] su Pennsylvania Avenue giusto vicino alla Casa bianca, così se non ci arrivo in un modo, arrivo a Pennsylvania Avenue in un altro.”

Clinton, la professionista: “Donald mi ha criticato per essermi preparata a questo dibattito. Sì, l’ho fatto. E sapete per cos’altro mi sono preparata? Mi sono preparata per fare il presidente. E penso che sia una buona cosa.”

Abitano due mondi diversi, e si vede. Due mondi che conosciamo bene anche noi, quello dell’aggressivo dilettante “anti-casta” e quello di chi fa politica per professione. Ciascuno ha parlato al suo mondo, cercando di rinsaldarne la fede e allargarne un poco i confini, e solo da questo punto di vista si potrà capire chi ha vinto e chi ha perso il dibattito. Basarsi sulle analisi degli analisti, o sulle mie, discutere di chi abbia detto le cose giuste o sbagliate, è del tutto inutile, peggio, è fuorviante. Noi non vediamo le cose che vedono gli elettori: we just don’t get it.

Clinton più di Trump è stata propositiva e dettagliata, perché è una pro, perché questo è il suo lato forte, ma anche perché è nel suo mondo che ci sono più smagliature, elettori che sarebbero potenzialmente suoi, bianchi giovani e istruiti, ma che non sono convinti, che possono rimanere nel non voto o farsi sedurre dai candidati indipendenti, la verde Jill Stein o il Libertarian, Gary Johnson (che stanotte era tutto ridanciano non ricordo più su quale canale). E poi ci sono i moderati da conquistare. Insomma Donald ha cercato conferme, Hillary ha cercato di far proseliti.

Fra le tante cose di cui si è discusso, me ne saltano agli occhi un paio su cui invece si è taciuto, e direi in maniera clamorosa. Ci avete fatto caso? Nessuno ha parlato del piano di Trump per tenere fuori dalla porta gli immigrati o rifugiati di religione musulmana, e neanche del suo muro anti-messicani pagato dai messicani. Non erano suoi cavalli di battaglia? Se ne è dimenticato? Anche Clinton li ha ignorati. Come se, per entrambi, fossero argomentacci già un po’ passé?

Nelle riprese televisive ci sono stati molti reaction shots, inquadrature di Hillary mentre parla Donald e viceversa, spesso con la tecnica dello split screen. Una tortura, immagino: non sei mai a riposo, non puoi grattarti il naso neanche quando l’attenzione dovrebbe essere altrove, gli occhi ti tradiscono. Comunque, si vede che Hillary ha imparato a fare la faccia della donna che ascolta con attenzione il maschio che straparla di cose che non sa, che fa mansplaining. Mentre a Donald non riesce proprio di fare la faccia di quello che prende sul serio una donna.

A proposito della qual cosa, alcuni commentatori hanno commentato: e pensare che Trump è uno che conosce il mezzo televisivo, che sa che la telecamera riprende ogni minimo gesto, che è abituato a stare in televisione, che è una TV personality, che ha fatto The Apprentice, per dire. Ecco appunto, The Apprentice. Come tutta la reality tivù è tutt’altro che televisione di quel tipo lì, è piuttosto roba in scatola, dove domina il montaggio, falsa come giuda. Lì impari che puoi grattarti il naso o fare le smorfie quanto vuoi, tanto poi si fa l’editing (soprattutto se sei il padrone di casa).

Trump aveva fatto sapere, prima del dibattito, che non si sarebbe preparato troppo. Voleva forse abbassare le aspettative, come si fa in questi casi, per poi prenderci di sorpresa? Non sembra, è andata davvero così. E non è andata neanche tanto male per lui, nel complesso. Verso la fine dello show, in effetti, dopo un’ora e mezzo, è cascato un po’ nella chiacchiera ripetitiva e senza costrutto, che forse ha fatto anche bene alla sua immagine, chissà. E’ apparso più come un venditore vacuo che come un pericoloso maestro persuasore (o, Dio non voglia, un fascista o qualcosa del genere).

Clinton: “Donald, it’s good to be with you.”

Trump: “Secretary Clinton — yes, is that OK? Good. I want you to be very happy. It’s very important to me.”

Categorie:campagna elettorale

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