Nel 1976 la People’s Bicentennial Commission, guidata dal giovane Jeremy Rifkin, cercò di dare uno spin di sinistra, di New Left, ai grandi festeggiamenti di quell’anno. Propose di aggiornare le tradizioni rivoluzionarie del paese, di mettere all’ordine del giorno le diseguaglianze economiche, di estendere il senso della Dichiarazione di indipendenza, di approvare una Declaration of Economic Independence ricalcata sulla struttura e sul linguaggio della Dichiarazione di indipendenza del 4 luglio 1776. Solo che in questo caso il tiranno da cui liberarsi non era Giorgio III ma più o meno il sistema capitalistico.
Dichiarazione di indipendenza economica (1976)
Quando nel corso degli umani eventi si rende necessario ad un popolo sciogliere i vincoli economici che lo avevano legato ad un altro, un giusto rispetto per le opinioni dell’umanità richiede che esso renda noto le cause che lo costringono a tale separazione.
Noi riteniamo che queste verità siano di per sé evidenti, che tutti gli uomini sono creati uguali. Che essi sono dotati dal creatore di alcuni diritti inalienabili; che fra questi ci sono la vita, la libertà e la ricerca della felicità; che allo scopo di garantire questi diritti, sono create fra gli uomini istituzioni economiche che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei cittadini. Che ogni qual volta un sistema economico tende a negare tali fini, è diritto del popolo modificarlo o abolirlo, e creare un nuovo sistema economico che si fondi su quei principi e che abbia i propri poteri ordinati in quel modo che gli sembri più idoneo al raggiungimento della sua sicurezza e felicità.
La storia delle attuali giant corporations è una storia di ripetute offese e usurpazioni, aventi tutte come obiettivo immediato l’instaurazione di una tirannide assoluta su questi stati.
A prova di ciò, esponiamo i fatti al giudizio di un mondo imparziale.
Le giant corporations hanno preso il controllo del nostro grande paese e delle sue risorse. Hanno costretto milioni di americani alla disoccupazione, sistematicamente chiudendo le fabbriche in America e spostando i loro affari all’estero così da poter assumere forza lavoro a buon mercato e realizzare profitti ancora maggiori per i loro proprietari.
[Segue un elenco di altre nefandezze del corporate system, modellato sull’elenco di imputazioni al re della Dichiarazione del 1776.]
Noi, pertanto, cittadini degli Stati Uniti d’America, solennemente proclamiamo l’abolizione di queste gigantesche istituzioni di tirannia e la creazione di nuove imprese economiche, con nuove leggi e garanzie che consentano la partecipazione eguale e democratica di tutti i cittadini americani alle decisioni economiche che toccano il benessere delle nostre famiglie, delle nostre comunità, del nostro paese. Per far progredire le nostre comuni speranze e aspirazioni e consapevoli delle lezioni della storia, aderiamo fermamente al principio generale che una repubblica democratica può esistere solo nella misura in cui il potere di decisione economica è esercitato dal popolo e non delegato a pochi.
Tale è la necessità che ci costringe a agire a sostegno di imprese economiche decentralizzate in cui proprietà e controllo siano condivise dai lavoratori in fabbrica e dalle comunità locali dove operano, con modelli simili di controllo condiviso applicati anche a livello regionale e nazionale al fine di assicurare un coordinamento armonioso e efficiente di tutte le attività economiche.
A sostegno della presente Dichiarazione, con ferma fiducia nella protezione della Divina Provvidenza, noi offriamo reciprocamente in pegno le nostre vite, i nostri averi ed il nostro sacro onore.
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Categorie:Americanismo, Cultura politica
Tag:Dichiarazione d’indipendenza economica, Jeremy Rifkin, People’s Bicentennial Commission, Quattro di luglio
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