
Traduco qui un paio di pagine dalla sentenza della Corte suprema Dobbs v Jackson, quella sull’aborto pubblicata l’altro giorno, il 24 giugno 2022. Il titolo completo è Thomas E. Dobbs, State Health Officer of the Mississippi Department of Health, et al., Petitioners v. Jackson Women’s Health Organization, et al., 597 U. S. __ (2022). Le pagine sono tratte dalla “opinione della Corte”, cioè della sua maggioranza, redatta dal giudice Samuel Alito, e dalla concurring opinion del giudice Bret Kavanaugh. Ho scelto queste righe perché mi pare dicano di cosa stiamo parlando in termini non troppo tecnici. La mia traduzione è un po’ così, non essendo io un tecnico; magari ce n’è già qualcuna autorevole in circolazione. Comunque, per sicurezza, metto in calce anche l’originale.
Le due pagine sono tratte dalle opinioni scritte dai giudici, non dal syllabus che precede il loro pacchetto e che è redatto da alcuni funzionari per comodità del lettore. Faccio io un rapido sillabo di ciò che segue con qualche rapidissmo commento.
Dice Alito: non c’è nulla nella Costituzione che garantisca un diritto all’aborto, altre libertà ne sono state dedotte anche perché erano parte della storia e tradizione del paese, cosa che non è del diritto d’aborto [magari mezzo secolo di esistenza del diritto affermato da Roe è sufficiente a creare storia e tradizione?]. La libertà di aborto è comunque diversa nella sostanza da altre libertà, perché coinvolge due esseri, due vite, non una [e qui sta il nocciolo duro della faccenda, per i conservatori; che d’altra parte sembrerebbe escludere, almeno tatticamente ma vatti a fidare, l’estensione della stessa logica abrogativa alle sentenze sul same-sex marriage e simili]. Comunque Roe non è neanche servito a creare consenso nazionale [ha fallito anche la missione politica, grazie anche a noi, dovrebbero aggiungere]. La sentenza Roe è un abuso di potere giudiziario, la questione è politica e deve essere il popolo a decidere tramite il processo democratico.
Specifica Kavanaugh. La questione di fronte a noi non è la politica o la moralità dell’aborto, ma cosa dica la Costituzione in proposito: non dice niente. La Costituzione è neutrale, e anche la Corte deve esserlo, non può arrogarsi un’autorità che non ha. Come su tante altre cose importanti della vita, è la politica che deve decidere tramite il processo democratico negli Stati e in Congresso [Kavanaugh cita esplicitamente il Congresso, come a dire: non è un attacco “confederale”, tipo diritti degli Stati, alla centralità del governo federale, il governo federale ha ben l’autorità per fare, se vuole]. E infine: noi non mettiamo fuorilegge l’aborto, diciamo che è la politica che deve occuparsene, non noi [colpa nostra? no, compito vostro].
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[JUSTICE ALITO delivered the opinion of the Court.]
Le sentenze Roe [1973] e Casey [1992] devono essere annullate. La Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto, né un tale diritto è protetto in maniera implicita da alcuna disposizione costituzionale, compresa quella su cui fanno soprattutto affidamento i difensori di Roe e Casey – la clausola del Due Process del Quattordicesimo emendamento. Si è sostenuto che quella disposizione garantisce alcuni diritti che non sono menzionati nella Costiutuzione, ma quei diritti devono essere “profondamente radicati nella storia e nella tradizione della nazione” ed essere “impliciti nel concetto di ordered liberty” [secondo la sentenza Washington v. Glucksberg del 1997].
Il diritto all’aborto non rientra in questa categoria. Fino all’ultima parte del Ventesimo secolo un tale diritto era del tutto sconosciuto nelle leggi americane. In effetti, quando il Quattordicesimo emendamento fu adottato, tre quarti degli Stati vietavano l’aborto a tutti gli stadi di gravidanza. Il diritto all’aborto è anche notevolmente diverso da qualunque altro diritto che questa Corte abbia fatto rientrare nella protezione della “libertà” fornita dal Quattordicesimo emendamento. I difensori di Roe caratterizzano il diritto all’aborto come simile ai diritti riconosciuti in passate decisioni riguardanti le relazioni sessuali intime, la contraccezione, il matrimonio, ma l’aborto è fondamentamente diverso perché, come hanno riconosciuto anche Roe e Casey, distrugge ciò che quelle decisioni hanno chiamato “vita fetale” e ciò che la legge ora di fronte a noi descrive come un “essere umano non nato”.
La dottrina dello stare decisis, su cui era basata l’opinione principale di Casey, non impone di aderire per sempre all’abuso di autorità giudiziaria perpetrato da Roe. La sentenza Roe era vergognosamente sbagliata fin dall’inizio. I suoi ragionamenti erano eccezionalmente deboli, e la decisione ha avuto conseguenze dannose. E lungi dal favorire un consenso nazionale sulla questione dell’aborto, Roe e Casey hanno infiammato il dibattito e approfondito le divisioni.
E’ tempo di ascoltare la Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo. “La permissibilità dell’aborto, e le sue limitazioni, devono essere risolte come la maggior parte delle questioni importanti della nostra democrazia: da cittadini che cercano di persuadersi l’un l’altro e poi votano” [Citazione dal giudice Antonin Scalia]. Questo è ciò che la Costituzione e lo stato di diritto esigono.
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[JUSTICE KAVANAUGH, concurring.]
La questione di fronte a questa Corte non è la politica o la moralità dell’aborto. La questione di fronte a questa Corte è ciò che la Costituzione dice sull’aborto. La Costituzione non si schiera sulla questione dell’aborto. Il testo della Costituzione non cita né include l’aborto […].
Sulla questione dell’aborto, la Costituzione non è perciò né pro-life né pro-choice. La Costituzione è neutralee lascia la soluzione della questione al popolo e ai suoi rappresentanti eletti attraverso il processo democratico negli Stati e in Congresso – come per le altre numerose e difficili questioni della politica sociale ed economica di cui la Costituzione non si occupa.
Poiché la Costituzione è neutrale […] anche questa Corte deve essere scrupolosamente neutrale. I nove membri non eletti della Corte non hanno l’autorità costituzionale a sovrapporsi al processo democratico e a imporre per decreto una politica pro-life o pro-choice per tutti i 330 milioni di abitanti degli Stati Uniti.
Invece di aderire alla neutralità della Costituzione, con Roe la Corte si è schierata sulla questione e ha unilateralmente decretato che l’aborto era legale in tutti gli Stati Uniti fino al momento della possibilità di sopravvivenza autonoma del feto (circa la 24sima settimana di gravidanza). La decisione odierna riporta correttamente la Corte su una posizione di neutralità e ripristina l’autorità del popolo a occuparsi della questione dell’aborto attraverso i processi di auto-governo democratico stabiliti dalla Costituzione. […]
Per essere chiari, la decisione odierna della Corte non mette fuorilegge l’aborto in tutti gli Stati Uniti. Al contrario, la decisione della Corte correttamente lascia che a decidere sulla questione siano il popolo e i suoi rappresentanti eletti nel processo democratico. Tramite quel processo democratico, il popolo e i suoi rappresentanti eletti possono decidere di consentire o limitare l’aborto.
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[JUSTICE ALITO delivered the opinion of the Court.]
We hold that Roe and Casey must be overruled. The Constitution makes no reference to abortion, and no such right is implicitly protected by any constitutional provision, including the one on which the defenders of Roe and Casey now chiefly rely—the Due Process Clause of the Fourteenth Amendment. That provision has been held to guarantee some rights that are not mentioned in the Constitution, but any such right must be “deeply rooted in this Nation’s history and tradition” and “implicit in the concept of ordered liberty.” Washington v. Glucksberg, 521 U.S. 702, 721 (1997).
The right to abortion does not fall within this category. Until the latter part of the 20th century, such a right was entirely unknown in American law. Indeed, when the Fourteenth Amendment was adopted, three quarters of the States made abortion a crime at all stages of pregnancy. The abortion right is also critically different from any other right that this Court has held to fall within the Fourteenth Amendment’s protection of “liberty.” Roe’s defenders characterize the abortion right as similar to the rights recognized in past decisions involving matters such as intimate sexual relations, contraception, and marriage, but abortion is fundamentally different, as both Roe and Casey acknowledged, because it destroys what those decisions called “fetal life” and what the law now before us describes as an “unborn human being.”
Stare decisis, the doctrine on which Casey’s controlling opinion was based, does not compel unending adherence to Roe’s abuse of judicial authority. Roe was egregiously wrong from the start. Its reasoning was exceptionally weak, and the decision has had damaging consequences. And far from bringing about a national settlement of the abortion issue, Roe and Casey have enflamed debate and deepened division.
It is time to heed the Constitution and return the issue of abortion to the people’s elected representatives. “The permissibility of abortion, and the limitations, upon it, are to be resolved like most important questions in our democracy: by citizens trying to persuade one another and then voting.” Casey, 505 U. S., at 979 (Scalia, J., concurring in judgment in part and dissenting in part). That is what the Constitution and the rule of law demand.
[JUSTICE KAVANAUGH, concurring.]
The issue before this Court, however, is not the policy or morality of abortion. The issue before this Court is what the Constitution says about abortion. The Constitution does not take sides on the issue of abortion. The text of the Constitution does not refer to or encompass abortion. To be sure, this Court has held that the Constitution protects un- enumerated rights that are deeply rooted in this Nation’s history and tradition, and implicit in the concept of ordered liberty. But a right to abortion is not deeply rooted in Amer- ican history and tradition, as the Court today thoroughly explains.
On the question of abortion, the Constitution is therefore neither pro-life nor pro-choice. The Constitution is neutral and leaves the issue for the people and their elected representatives to resolve through the democratic process in the States or Congress—like the numerous other difficult ques- tions of American social and economic policy that the Con- stitution does not address.
Because the Constitution is neutral on the issue of abor- tion, this Court also must be scrupulously neutral. The nine unelected Members of this Court do not possess the constitutional authority to override the democratic process and to decree either a pro-life or a pro-choice abortion policy for all 330 million people in the United States. […]
To be clear, then, the Court’s decision today does not outlaw abortion throughout the United States. On the con- trary, the Court’s decision properly leaves the question of abortion for the people and their elected representatives in the democratic process. Through that democratic process, the people and their representatives may decide to allow or limit abortion.
- #Monumenti. La testa della statua di Stalin
- A proposito dell’articolo di Sabino Cassese sulla Corte suprema degli Stati Uniti (e la sua recente sentenza)
Categorie:costituzione
Tag:aborto, Roe, Supreme Court
Grazie. Ma l’America sta morendo
https://sergioferraiolo.com/2022/06/27/cera-una-volta-lamerica/
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