L’impeachment e il fallimento dell’impeachment mostrano quanto siano deboli le difese costituzionali contro i misfatti del potere esecutivo, quando i partiti sono ideologicamente molto polarizzati, il paese è spaccato abbastanza a metà, e così lo è il potere legislativo federale (fra le due camere e dentro le due camere). In questo contesto, su qualunque questione, anche le più delicate, è difficile che si rompa la lealtà (o complicità) di partito. Accade così, per esempio, che la maggioranza dei 2/3 dei senatori necessaria per condannare il presidente sia una meta irraggiungibile, una tigre di carta, e che quindi il presidente la faccia franca e si comporti come se potesse farla franca sempre. Ci si rende conto allora che molti checks and balances del sistema, malgrado le premesse “madisoniane” assai scettiche nei confronti della rettitudine degli esseri umani (della bontà intrinseca della natura umana), si fondano più su comity istituzionale e norme di comportamento condivise che su garanzie previste dalla lettera del testo costituzionale. Il quale testo è davvero povero in proposito, lascia troppo alla discrezionalità e all’invenzione interpretativa e all’inerzia dei suoi interessati lettori.
Ciò suggerisce una ulteriore considerazione. E’ vero che la Costituzione degli Stati Uniti è un documento scritto discreto, a suo modo ricalcato su di un contratto, e in quanto tale si contrappone per esempio alla cosiddetta “costituzione” britannica, che invece si basa su un accumulo storico di leggi, precedenti e consuetudini. E quindi d’accordo: in quanto documento scritto, la carta del 1787 è una delle prime costituzioni moderne. Tuttavia è così primitiva e antiquata che anch’essa, per funzionare, per riempire i suoi buchi procedurali e sostanziali, deve affidarsi alla storia, alle leggi, ai precedenti, alle consuetudini. Per cui la U.S. Constitution è certo la carta del 1787 con i suoi pochi emendamenti (un testo famosamente breve, di poche pagine, spesso celebrato per questo) – con l’aggiunta però di intere biblioteche di tomi legislativi, sentenze giudiziarie, manuali di galateo istituzionale. Biblioteche che valgono molto ma che in tempi difficili, di fronte a novità radicali, a comportamenti dirompenti, nel bene e nel male, possono anche valere molto di meno. Ma d’altra parte, non è forse ciò che accade con tutte le costituzioni, anche le più dettagliate, anche le meno antiquate, le più up-to-date?
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