Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Appunti sparsi sulla commedia delle molestie

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L’anticonformismo della stragrande maggioranza

Mi sembra che succeda con la commedia delle molestie quello che succede con il cosiddetto politicamente corretto (vedi qui). Ci si scaglia contro i commenti delle “femministe” con lo stile e il brio dell’anticonformismo spregiudicato e minoritario, come se il linguaggio femminista fosse quello (pallosamente) canonico e dominante. In effetti il linguaggio femminista non è mai passato nel nostro discorso pubblico, il linguaggio canonico e dominante è, sotto sotto, ma anche piuttosto sopra, quello dello spogliatoio maschile e della bettola, e l’anticonformismo corre in soccorso delle convinzioni e dei pregiudizi della stragrande maggioranza. Provare per credere.

Rapporti di genere

Si può prendere in considerazione l’ipotesi, molto generale, senza riferimenti a casi specifici, che – sia sul momento che ripensandoci dopo – ciò che a una donna appare come un infelice rapporto subìto, estorto, possa apparire a un uomo spensierato come un rapporto consensuale?

La risposta breve

Ma perché l’ha fatto? “Because it was there”, perché era a portata di mano, perché poteva farlo.

Cose che sento dire

Sento dire che si tratta di moralismo su questioni di sesso. In generale non riesco a vedere né il moralismo né il sesso. Andando al sodo a me, molto banalmente, sembrano questioni di potere, di rapporti di potere che sono, per quel che si vede, banalmente patriarcali.

Sento dire che si tratta di puritanesimo Wasp. Nell’America che conosco io, il puritanesimo è roba di secoli fa in un angolo piccolo piccolo del paese. Oggi come oggi, semmai, il paese è sempre più cattolico e quasi per niente Wasp.

Sento dire che si tratta del solito tristissimo bigottismo sessuofobico americano. Mah, io in America c’ho vissuto la rivoluzione sessuale, ed è stato piuttosto divertente.

Sento dire che si tratta del capitalismo occidentale, non ricordo più in quale delle sue fasi. Invece prima del capitalismo, fuori del capitalismo, fuori d’Occidente, nei (pochi ormai) paradisi post-capitalisti, belìn – lì sono rose e fiori, notoriamente.

Sento dire che si tratta di caccia alle streghe antimaschile. Il rischio c’è, bisogna stare attenti. Si parla per metafore, naturalmente. Perché nella caccia alle streghe quella originale, quella di un tempo, era piuttosto chiaro quale fosse il genere delle vittime e quale dei carnefici.

Ecco, non sento tanto dire questo: che se da allora molte cose sono mutate, magari è anche perché sono stati nominati e messi in discussione quei rapporti patriarcali di potere, sono stati emarginati quei bigottismi e resti di puritanesimo, e tutto ciò è anche stato possibile grazie agli sviluppi politici e culturali del maledetto capitalismo liberale.

La corrosione del patriarcato viene dalle rivoluzioni borghesi del Settecento. Ne parla uno dei prestigiosi docenti accusati di molestie a Stanford, Jay Fliegelman (1949-2007), in Prodigals and Pilgrims: The American Revolution against Patriarchal Authority. In soldoni, tutte le volte che rivendichi un diritto individuale contro le gerarchie corporate parli il linguaggio del liberalismo, sì, quello capitalista.

Storici molestatori

Un gruppo di storici ha inviato una lettera alla American Historical Association affinché affronti esplicitamente il problema del sexual harassment all’interno della professione, nell’accademia, e come ciò condizioni la qualità della vita e della carriera di molte persone. I promotori, che stanno raccogliendo firme su docs.google.com (vedi), chiedono fra l’altro che si passi dalla denuncia episodica di singoli episodi, dalle ben più vaste chiacchiere di corridoio su pratiche note ma non documentate o non denunciate, all’analisi della “matrice” sistemica in cui queste pratiche sono possibili.

Da storici si fanno anche la domanda cruciale.

Da storici, dovremmo essere affascinati dal perché è proprio oggi, nel 2017, che le persone che parlano apertamente dell’esperienza di essere molestate o assaltate sessualmente, sono finalmente ascoltate. Molti di noi sono senza dubbio d’accordo con la scrittrice Rebecca Solnit quando dice “La lotta di liberazione ha contribuito a creare le condizioni affinché chi è stato in precedenza costretto al silenzio possa parlare e essere ascoltato”.

Molestatori progressisti e femministi che capiscono

Al Franken, senatore democratico del Minnesota, che si autodefinisce progressista e femminista, e come tale è molto rispettato, è stato accusato di molestie da una collaboratrice della vita precedente, quando prima di entrare in politica, fino a dieci anni fa, faceva lo stand-up comedian. Franken si è scusato del comportamento di allora, e ha chiesto di essere sottoposto a un’indagine etica in Senato.

Ha anche aggiunto (vedi qui): “Negli ultimi mesi, tutti noi – inclusi in particolare gli uomini che rispettano le donne – siamo stati costretti a guardare con severità alle nostre azioni e a riflettere (forse, ignominiosamente, per la prima volta) su come queste azioni si siano ripercosse sulle donne”.

Categorie:Cultura politica

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