Ted Lowi è stato un grande scienziato politico, un enfant prodige e un leader nella professione, per decenni un carismatico insegnante a Cornell University. Incollo qui sotto un paio di pagine da un suo libro degli anni ottanta che stavo riguardando proprio l’altro giorno, Theodore J. Lowi, The Personal President: Power Invested, Promise Unfulfilled (Cornell University Press, 1985).
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I cambiamenti che si sono accumulati nel governo nazionale dagli anni trenta in poi hanno portato gli Stati Uniti in un’epoca costituzionale interamente nuova. I due cambiamenti più importanti sono stati lo sviluppo di una enorme burocrazia professionale e il rafforzamento della presidenza, basati su una nuova teoria politica secondo la quale la democrazia poteva essere mantenuta e persino migliorata purché la capacità di governare fosse concentrata nella Casa bianca. Woodrow Wilson aveva caratterizzato il regime degli anni ottanta dell’Ottocento come congressional government. Il regime degli anni ottanta del Novecento può essere caratterizzato come presidential government. La differenza fra i due regimi ha comportato il sacrificio della separazione dei poteri e del sistema bi-partitico. Quello che abbiamo ora è un regime del tutto nuovo, che merita di essere chiamato la Seconda Repubblica degli Stati Uniti. E come qualunque regime anche la Seconda Repubblica ha sviluppato le sue specifiche forme politiche. La nuova forma politica di questa Seconda Repubblica centrata sul presidente può essere descritta con accuratezza come una repubblica plebiscitaria con una presidenza personale. “Plebiscito” è una parola forte, che evoca l’immagine potente di imperatori romani e autocrati francesi che governavano sulla base dell’adulazione popolare, con le masse che davano il loro rumoroso consenso a ogni linea d’azione. Il plebiscito è entrato nella consapevolezza e nelle preoccupazioni di inglesi e americani in concomitanza con il colpo di stato che ha posto fine alla Rivoluzione francese e portato al conferimento di poteri imperiali a Napoleone I. L’associazione del plebiscito con la democrazia al suo peggio è stata riaffermata dalla parte che ha giocato nella elevazione di Napoleone III negli anni cinquanta dell’Ottocento. Nel contesto americano il termine è una esagerazione – ma di quanto? Già intorno alla Casa bianca abbiamo un sostanziale culto della personalità.
I vantaggi procurati dal governo presidenziale sono stati immediati. Il governo presidenziale ha galvanizzato il potere esecutivo; ha dato direzione al governo nazionale; ha aumentato la capacità della leadership presidenziale di costruire un consenso nazionale e di superare la naturale inerzia di una società altamente eterogenea. I costi del governo presidenziale sono stati cumulativi. Gran parte dei costi derivano dal fatto che le aspettative delle masse sono cresciute più rapidamente della capacità del governo presidenziale di soddisfarle. Questo squilibrio ha prodotto un ciclo politico che procede regolarmente da un estremo all’altro, dal boom al disastro e viceversa. Proprio quando il governo nazionale stava cominciando a sviluppare una qualche capacità di controllare gli estremi del business cycle, ha cominciato a essere ostacolato dal fenomeno del political cycle. Il potenziale di una bancarotta politica è altissimo.
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Le Tre Leggi Generali della Politico-Dinamica della Seconda Repubblica
(1) La Legge dell’Impegno
(a) I presidenti passano la prima metà del mandato a cercare sinceramente di avere successo rispettando il loro giuramento e le promesse fatte.
(b) Dedicano la seconda metà del mandato a cercare di creare l’apparenza del successo.
Corollario 1: La seconda metà comincia sempre più in anticipo.
Corollario 2: L’inizio della seconda metà è indicato dal fatto che la Casa bianca comincia a lamentarsi della cattiva stampa e a cercare di bloccare le fughe di notizie.
(2) La Legge dei Risultati
La probabilità di un fallimento tende sempre al 100 percento.
Corollario: Data la retorica esaltata e le alte aspettative che circondano la presidenza, un successo parziale è considerato dal pubblico di massa un fallimento.
(3) La Legge della Successione
Ciascun presidente contribuisce a migliorare il giudizio sui predecessori.
Corollario: Questo è l’unico contributo sicuro che ciascun presidente darà.
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