Detto in poche parole: gli ambasciatori in questi casi devono tacere, punto e basta.
Non hanno opinioni personali, in pubblico. Non possono pensare di essere osservatori che dicono la loro in un convegno di studi, e neanche politici transnazionali che vanno in appoggio di un partito o governo straniero amico. Semplicemente, non sono questo, mai.
Dopodiché: gli Stati Uniti non sono più quelli di una volta (che in realtà non sono mai stati). I loro consigli e le loro pressioni valgono quanto quelli di chiunque altro. Obama è dai tempi della grande recessione che fa interferenza con i governi europei, criticandoli per le politiche di austerità – con quali risultati?
Idem Brexit.
Dopodiché: gli unici che non se ne sono accorti sembrano essere gli anti-americani a prescindere, quelli sinceri, voglio dire, non quelli razionali che giustamente stanno sfruttando la faccenda per la loro propaganda (un “dono di Dio” direbbe il turco).
Gli anti-americani sinceri sembrano proprio avere le menti, e le emozioni, colonizzate.
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Categorie:Americanismo
Tag:Americanismo, anti-americanismo
Per la verità, ci sarebbe da aggiungere che la diplomazia americana non segue gli stessi criteri della diplomazia europea. O almeno, semplicemente, che i diplomatici americani sono nominati dalle diverse amministrazioni (Presidenti) mentre quelli europei sono per lo più di carriera. La riservatezza è un criterio di comportamento più dei secondi che non dei primi. Qualcuno ricorda John Volpe???
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Aggiungo volentieri, anzi è già aggiunto nelle tue parole. Grazie Franco
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