Una pagina tratta da Clara Sereni, Il gioco dei regni (Giunti 1993). Clara è la figlia dello storico e dirigente comunista Emilio Sereni, qui Mimmo (1907-1977), e di Xenia Silberberg (1906-1952), l’autrice, con il nome di Marina Sereni, del memoir I giorni della nostra vita, pubblicato postumo del 1955. Nel 1972 Emilio Sereni donò la sua ricchissima biblioteca-archivio all’Istituto Alcide Cervi, allora a Roma; dal 2003 si trova nella sede dell’istituto a Gattatico, in provincia di Reggio Emilia.
¶
Con la nuova compagna Mimmo ebbe altri anni, altre felicità, altre parole. Ebbe altre figlie, e definitivamente non ebree.
Pubblicò testi che hanno segnato la cultura. Ebbe incarichi politici prestigiosi e riconoscimenti accademici. Ebbe una casa che avrebbe voluto come quella di via Cavour e fu tutt’altro. Ebbe un’altra vita.
Attorno a lui il mondo intero, inesorabilmente, cambiava: per inciampi, per evoluzione, per catastrofi. Non ammise mai di aver smesso di credere: non nel ’56, quando l’Ungheria fu invasa e l’obbedienza significò allontanamenti e cesure; non nel ’67, quando la guerra in Medio Oriente gli deflagrò dentro, e scelse le ragioni del Partito negandosi a quelle degli affetti; non nel ’68, quando anche in casa le passioni del comunismo si delinearono diverse, e intanto i carri armati occupavano Praga.
Non lo ammise mai, forse perché nessuno affrontò il disagio di chiederglielo: stupiti del suo progressivo ammutolire tutti, perfino i compagni che gli erano stati più vicini, senza domande si ritrassero, per rispetto e per opportunità.
Vide crescere le generazioni nuove: così diverse, così inconsapevoli. […]
Quando gli strappi alla sua rete, sommandosi, gli resero irriconoscibile il mondo, si separò da tutti i suoi libri, se li allontanò: e fu come farsi cieco.
Decine di casse caricate sui camion, su ciascuna la targhetta esplicativa incollata con scrupolo puntiglioso. Via anche i fascicoli ricavati dalle riviste, via le bibliografie monumentali, via la corrispondenza ufficiale e quella personale, le agende, i manoscritti dei suoi libri.
Attorno a lui metri e metri e metri di librerie svuotate, deserte; sui muri, i segni di quello che non c’era più. Polvere, sporcizia, e i residui di una vita; la musica, il ritratto di Xenia, i giornalini dei Regni.
Privo del muro di carta che per tanti anni lo aveva rinchiuso e difeso fu ad un tratto vecchio, assai più degli anni che aveva.
Silenzio.
Ordine e disciplina comandamenti vuoti, via via più staccati da un progetto. Un dolore che dilagava, una solitudine feroce.
Fino all’ultimo.
- American Democrats: prendersi i repubblicani scontenti o costruire una nuova maggioranza progressista?
- Letture non americane: vivere da comunisti con Marina (Xenia) Sereni
Categorie:Uncategorized
Tag:biblioteca, Clara Sereni, Emilio Sereni, Il gioco dei regni
Tra i miei libri avevo una grammatica storica di meyer-lubke con quell’ex libris di sereni. E anche un’edizione dei giorni dealla nostra vita con invio sutografo di sereni. Li offersi alla figlia, accettò il primo
"Mi piace""Mi piace"
Ne ho visti alcuni nella biblioteca dell’Istituto Cervi a Gattatico, dove abbiamo fatto la nostra Summer
school americanistica
"Mi piace""Mi piace"