
Ex-Marine Steve Thacker, 57, is interviewed in downtown Cleveland on Sunday. (Carolyn Cole / Los Angeles Times)
Sul sito Change.org, specializzato nel consentire a chiunque lo voglia di lanciare campagne per cause politico-sociali, circolava alla fine del marzo scorso una petizione (qui) che sembrava più che altro una provocazione satirica, una cosa fatta nello spirito di The Onion. Tuttavia era una petizione autentica, raccoglieva firme vere ed era dotata di una sua ferrea logica.
In sintesi, la petizione era rivolta ai vertici del partito repubblicano, allo stato dell’Ohio (dove, a Cleveland, si sarebbe svolta la convenzione nazionale repubblicana, che inizia domani 18 luglio) e alla National Rifle Association. E chiedeva che, in nome dei principi sostenuti dai repubblicani stessi, in nome della difesa del diritto costituzionale garantito dal Secondo emendamento, ai locali della convenzione fosse consentito accedere armati.
La richiesta era frutto di un ragionamento. L’Ohio ha leggi molto permissive sul possesso e il porto di armi da fuoco. I cittadini che posseggano legalmente un’arma possono circolare con l’arma stessa in bella vista nei luoghi pubblici (open carry). Cioè, in molti luoghi pubblici ma non nell’arena congressuale, un palazzetto dello sport dove per regolamento ciò è strettamente vietato. Non è un affronto, questo? Una gun-free zone? Com’è possibile?
Diceva la petizione: la NRA ha spiegato più di una volta come le gun free zones (favorite da riformatori come il presidente Obama, odiate dai repubblicani) siano in realtà i luoghi più pericolosi per i cittadini che rispettano le leggi. Perché lì sono esposti alle cattive intenzioni dei criminali, di chiunque voglia minacciare la loro vita. Senza i mezzi per difendersi, i delegati e il pubblico alla convenzione sarebbero facili bersagli per qualunque killer.
Quindi la petizione chiedeva, per la sicurezza stessa dei delegati e del pubblico presente, che il divieto di portare armi nell’arena congressuale fosse sospeso, che l’Ohio procedesse a rivedere le sue leggi troppo restrittive, che il partito repubblicano si pentisse di aver scelto una sede così poco amichevole nei confronti dei propri principi. E infine che i delegati stessi rivendicassero in pieno il loro diritto costituzionale a presenziare armati ai lavori del loro partito.
La petizione fu presa molto sul serio, sia a destra per lodarla che a sinistra per gridare allo scandalo – o per fare dello spirito su una possibile sfida all’O.K. Corral fra sostenitori e avversari di Donald Trump. Raccolse subito alcune decine di migliaia di firme, ma poi l’operazione di bloccò. Anche perché dopo una settimana si seppe la verità sulla sua origine. E la verità è che si trattava davvero di una provocazione satirica, di una parodia bene azzeccata.
L’autore era un sostenitore del gun control che voleva mettere in evidenza le contraddizioni e, dice lui, la malafede dei repubblicani sostenitori dei gun rights: ma come, volete che si possa girare armati dovunque – tranne dove vi riunite voi ? La sua esistenza e poi il suo nome furono rivelati da alcuni media e alla fine si fece pure intervistare. Ha anche un account twitter come @hyperationalist.
Le questioni sollevate dalla petizione erano e sono reali, ora che la convenzione sta per aprire i suoi lavori. La faccenda delle armi dentro il convention center è stata da subito risolta dal Secret Service. Il quale veglia sui candidati presidenziali come se già fossero presidenti, ha l’autorità di bandire le armi nei luoghi da loro visitati qualunque sia la legislazione vigente in loco, e quindi ha detto: “agli individui decisi a portare armi da fuoco non sarà consentito entrare”. Punto.
Il Secret Service ha dunque parato la schiena ai repubblicani, consentendo loro di cavarsi d’imbarazzo con facilità. Ma solo parzialmente. Più complicate, infatti, sono le strade e le piazze intorno al convention center, che sono di competenza delle autorità statali e locali, e che sono e saranno attraversate da manifestazioni di tutti i tipi e tutti i colori. La polizia ha chiesto un bando temporaneo alle armi, anche a seguito dei fatti di sangue di Dallas e Baton Rouge. Il governatore, l’ex candidato repubblicano John Kasich, ha risposto di non poterci fare niente, di non poter certo sospendere a suo piacimento le leggi dello stato.
Portare apertamente armi alle manifestazioni resta dunque legale e consentito. Come ha osservato il Los Angeles Times, “la città ha vietato una grande varietà di armi potenziali nelle zone della protesta vicino alla convenzione – per esempio palle da tennis, pistole a acqua e catene di sicurezza per le biciclette – ma non può limitare le armi da fuoco”. Quasi una provocazione satirica degna di @hyperationalist, o di The Onion.
- Archeology of the Violated Black Body (Trigger Warning: It Ain’t Pretty)
- Il copkiller di Baton Rouge invita alla reazione violenta contro l’oppressore (come fece a suo tempo George Washington)
Categorie:campagna elettorale, violenza
Tag:@hyperationalist, armi private, Cleveland, petizione, Republican National Convention