“For the first time in the history of America this can be done.”
A proposito della War on Poverty (vedi qui) lanciata dal presidente Lyndon B. Johnson nel 1964, mezzo secolo fa. Questo è uno degli spot elettorali con cui LBJ chiedeva di essere confermato in carica alle elezioni presidenziali di quell’anno. E quello che segue è il testo, letto dalla voce narrante su una sequenza di fotografie di miseria infantile, in un bianco-e-nero sgranato da Grande depressione – con una chitarra blues in sottofondo.
“Poverty is not a trait of character. It is created anew in each generation but not by heredity: by circumstances. Today, millions of American families are caught in circumstances beyond their control. Their children will be compelled to live lives of poverty unless the cycle is broken. President Johnson’s war on poverty has this one goal: to provide everyone a chance to grow and make his own way, a chance at education, a chance at training, a chance at a fruitful life. For the first time in the history of America this can be done. Vote for President Johnson on November 3rd. The stakes are too high for you to stay home.”
Lo spot è tratto da una collezione del Museum of Moving Images, intitolata The Living Room Candidate, che raccoglie più di 300 commercials televisivi delle campagne elettorali americane dal 1952 a oggi – consultabili online.
La collezione si apre con due citazioni che evocano argomenti che ci sono anche troppo familiari.
“L’idea che si possano vendere dei candicati alle cariche più elevate come se fossero cereali da colazione è la peggiore offesa al processo democratico” (Adlai Stevenson, candidato democratico, 1956).
“La televisione non è un scherzo, e nessuno sarà mai più eletto a una carica importante senza che si presenti bene sullo schermo” (Roger Aisles, producer tv e consulente di Richard Nixon, 1968).
- Classroom: Back to Africa? Una poesia di Louise Bennett (1947).
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