Questa grafica è stata appena rimossa (il 17 luglio) dal portale “Talking About Race” del sito del National Museum of African American History and Culture, a Washington. Era stata messa in rete il 31 maggio, non è durata molto. Aveva l’intenzione di descrivere aspetti, caratteristiche, presupposti della whiteness ovvero della “cultura bianca” negli Stati Uniti. Ma ha incontrato le aspre critiche dei conservatori, riprese dal figlio del Presidente, Donald Trump Jr., che su Twitter l’ha buttata in politica elettorale commentando così (qui):
Questi non sono valori “bianchi”. Sono valori americani che hanno costruito la più grande civiltà del mondo. Ti aiutano ad avere successo qui, non importa il tuo colore. Quindi credimi, gli estremisti di Biden non ce l’hanno su con i “bianchi”, ce l’hanno su con tutta l’American way of life.
Il sito del museo spiega (qui) che lo scopo della sezione “Talking About Race”, creata dopo l’uccisione di George Floyd a Minneapolis, è contribuire a una conversazione sulla razza che è di vitale importanza per il paese. La grafica in questione è stata rimossa perché, viste le reazioni, ci si è resi conto che non aiuta “alla discussione produttiva che avevamo in mente”. Per questo “abbiamo sbagliato a includerla”, dice il direttore ad interim Spencer Crew (qui). Ma insiste: non è razzista. “Cerchiamo di parlare di ideologia, non di persone. Incoraggiamo le persone a pensare al mondo in cui vivono e a come navigarlo. E’ importante parlarne per crescere e migliorare”.
Nella grafica rimossa “l’ideologia” è così introdotta:
La cultura dominante bianca, o whiteness, si riferisce ai modi in cui i bianchi e le loro tradizioni, attitudini e way of life sono state normalizzate nel tempo e sono ora considerate pratiche standard negli Stati Uniti. E dal momento che i bianchi continuano a detenere gran parte del potere istituzionale in America, abbiamo tutti internalizzato qualche aspetto della cultura bianca – anche le persone di colore.
Come fonte è citata una tabella schematica (probabilmente questa) degli anni Ottanta, “Some Aspects and Assumptions of White Culture in the United States”, di Judith H. Katz, educatrice, organizzatrice e autrice di White Awareness: Handbook For Anti-Racism Training (University of Oklahoma Press), un libro che ha avuto varie edizioni dagli anni Settanta in poi. Un libro che non conosco. Ma un po’ ispirato dalle date mi sento di metterla così, con cautela naturalmente: a parte ogni altra considerazione, nei tratti caratteristici della “cultura bianca” americana qui individuati, direi che gli anni Settanta, cioè a dire gli anni Cinquanta, ci si sentono tutti. Magari anche le pubblicità commerciali di quegli anni, o la propaganda da Guerra fredda. Ma qualcuno di voi ne saprà di più.
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