
Oscar Wilde a New York, 1882, fotografia di Napoleon Sarony
[Anche gli esteti ci tengono ai diritti d’autore]
Forse la parte più bella dell’America è il West, per raggiungere il quale, tuttavia, ci vuole un viaggio in ferrovia di sei giorni, correndo agganciati a una preoccupante caffettiera di macchina a vapore. Ho trovato misera consolazione per questo viaggio nel fatto che i ragazzi che infestano le carrozze e vendono ogni genere di roba da mangiare – o da non mangiare – vendevano delle edizioni di mie poesie ignobilmente stampate su una specie di carta assorbente grigia, al prezzo stracciato di dieci centesimi. Prendendo da parte questi ragazzi gli ho detto che benché ai poeti piaccia essere popolari, desiderano anche essere pagati, e che vendere edizioni delle mie poesie senza darmi alcun profitto significa assestare un colpo alla letteratura che può avere effetti disastrosi sugli aspiranti poeti. L’invariabile risposta era che loro ricavavano un profitto dalla transazione e che era questa era l’unica cosa che gli importasse.
[La mortalità fra i pianisti ha del prodigioso]
Da Salt Lake City si attraversano le grandi pianure del Colorado e poi si sale sulle Montagne rocciose, in cima alle quali c’è Leadville, la città più ricca del mondo. Ha anche la reputazione di essere la più turbolenta, e tutti portano la pistola. Mi dissero che, se ci fossi andato, qualcuno avrebbe certamente sparato a me o al mio manager e accompagnatore. Risposi che nulla che potesse capitare al mio manager mi avrebbe intimidito. Sono minatori – uomini che lavorano i metalli, così gli ho tenuto una conferenza sull’Etica dell’Arte. Gli ho letto delle pagine dall’autobiografia di Benvenuto Cellini e ne sono sembrati contentissimi. Mi hanno anche rimproverato per non averlo portato con me. Ho spiegato che era morto da un po’, il che provocò la domanda “Chi gli ha sparato?”. Poi mi hanno portato in un saloon da ballo dove ho visto l’unico metodo razionale di critica artistica che abbia mai incontrato. Sopra il pianoforte c’era stampato un avviso: PER FAVORE NON SPARATE AL PIANISTA. FA DEL SUO MEGLIO. La mortalità fra i pianisti, da quelle parti, ha del prodigioso.
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I passi qui sopra sono tradotti da Oscar Wilde, Impressions of America, Edited, with an Introduction, by Stuart Mason, Keystone Press, Sunderland, 1906. Nel 1882 Oscar Wilde visita gli Stati Uniti (alla dogana: “I have nothing to declare but my genius”). L’anno dopo, di ritorno in Inghilterra, tiene alcune conferenze. Le note per le conferenze sono pubblicate nel 1906 in questo libretto a edizione limitata di 500 copie.

Oscar Wilde nel West (a Leadville), cartoon di Thomas Nast, Harper’s Bazar, June 10, 1882
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