Gli Stati Uniti hanno attraversato tutti i paradigmi imperiali del mondo contemporaneo, da tutti sono stati plasmati. Nel giro di tre secoli, sono stati via via colonie dipendenti di un altro impero; colonie e poi entità statuali bianche beneficiarie dello sfruttamento imperiale di popoli di colore; protagonisti di una guerra anticoloniale e di una delle grandi rivoluzioni della modernità; motore di una espansione territoriale continentale; centro di un piccolo impero coloniale tropicale; cuore di un grande impero informale globale.
Di impero, dunque, gli americani hanno parlato abbastanza nella pubblica piazza (e qui intendo pubblica piazza come distinta da, e non coincidente con il dibattito storiografico).
In verità, hanno parlato più spesso e più volentieri degli imperi altrui che del loro; e ciò è accaduto anche quando l’attenzione si è focalizzata con particolare intensità sul loro espansionismo, in almeno quattro momenti cruciali della storia nazionale, a distanze di tempo sempre più ravvicinate: alla fine del Settecento, in coincidenza con la Rivoluzione e la prima crescita postrivoluzionaria; intorno al 1900, in coincidenza con le prime e ultime conquiste coloniali; a metà Novecento, in coincidenza con la Seconda guerra mondiale e le sue conseguenze; alla fine del Novecento, in coincidenza con la fine della Guerra fredda.
In tutti e quattro i casi il discorso sull’«impero americano», sulla sua natura, i suoi caratteri, le sue prospettive di ascesa, si è intrecciato al discorso su altri imperi, sulla loro diversità e sulla loro decadenza: l’impero britannico nel 1776, spagnolo nel 1898, nazista e giapponese nel 1941, sovietico nel 1989. Questi erano veri imperi, si è detto, oppressivi e brutali, destinati a crollare e a finire, con il nostro vigoroso contributo, nel bidone della spazzatura della storia – lasciando campo libero alla «libertà americana».
Che la libertà americana coincidesse con un nuovo impero americano non è stato accettato da tutti, sempre. E tuttavia libertà e impero sono termini assai legati nel lessico statunitense, e ciò è una conseguenza delle sue origini rivoluzionarie.
Da «Quattro momenti dell’impero americano: frammenti di un conversazione», in Impero, imperi: Una conversazione, a cura di Raffaele Romanelli, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli-Roma, 2010, pp. 273-278. Continua a leggere tutto il saggio qui.
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Categorie:Impero
Tag:American century, Impero, libertà, rivoluzione, Secolo americano
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