
Il 4 novembre scorso, in una circoscrizione di Brooklyn, Chi Ossé è stato confermato consigliere comunale di New York City. Lo è dal 2021, da quando aveva 23 anni, il più giovane councilman dai tempi dei tempi. È democratico e Democratic Socialist (DSA), e avendo stravinto le primarie Dem è stato rieletto senza opposizione con il 99% dei voti. Un collegio sicuro, insomma. Ora ha annunciato che sfiderà nelle primarie per le elezioni di medio termine, l’anno prossimo, il locale deputato Dem alla Camera dei Rappresentanti a Washington, Hakeem Jeffries, anche lui detentore di un collegio sicuro: ha preso il 75% dei voti nel 2024, intorno al 90% in anni precedenti ancora più felici.
Hakeem Jeffries, 55 anni, non è uno qualunque. È il capo dei deputati Dem alla Camera, un’autorità. Ora è Minority Leader, in prospettiva potrebbe essere il primo Speaker afro-americano della Camera.
Ossé vuol ripetere l’operazione di Zohran Mamdani? In parte ne ha i tratti personali. Come lui è molto giovane, oggi 27 anni, ha militato in movimenti radicali, nel suo caso Black Lives Matter, è di discendenza etnica complessa, afro-haitiana e cinese. Il padre era un noto giornalista e produttore di musica hip hop afro-haitiana appunto, nome d’arte Combat Jack. Il nonno materno era un songwriter vincitore di Grammy Award, discendente di immigrati caraibici e di Hong Kong. Ha fatto scuole private quacchere. È buddista. È apertamente gay. Insomma, minoranza sì, ma come Zohran – minoranza un po’ di lusso, una cosa sempre più visibile nel gran calderone delle nuove elites metropolitane.
Con Zohran potrebbero esserci delle complicazioni politiche, tuttavia. Ossé lo ha formalmente endorsed, ha fatto la campagna per lui, conosce i social media bene come lui. Ma ora Mamdani vorrebbe che restasse in città, nel suo seggio in consiglio comunale, perché gli serve lì, dice, per realizzare il programma e cose così. Ma anche perché, si bisbiglia in giro, dopo aver fatto fuori i Cuomo non vuole indispettire ulteriormente la leadership democratica, di cui Jeffries è parte cospicua. In quanto sindaco della Big Apple ne ha bisogno istituzionalmente a livello statale e nazionale, a Washington. Un po’ di realpolitick di governo, insomma, quando si deve governare. Vedremo come va a finire.
C’è qui la solita caratteristica della sinistra del partito, quella che è emersa eleggendo Alexandria Ocasio-Cortez e persone come lei. La sinistra più o meno socialista spera di vincere, cerca di vincere, riesce a vincere dove il partito democratico già vince di suo. Ha successo nei collegi ultrasicuri per l’elettorato Dem, ha successo dentro il partito, con le primarie di partito, contro la leadership più moderata del partito. La sinistra fa giustamente il suo lavoro, mette radici dove sa e può. E tuttavia continua a mostrare una dimensione politicamente minoritaria, non produce esempi, casi concreti di leadership progressista su come far crescere il partito laddove il partito deve crescere e vincere per conquistare la maggioranza in Congresso. Cioè nelle aree di frontiera, nei collegi più conservatori, competitivi con i repubblicani. In mare aperto.
Dove è importante unire il partito, non dividerlo (o dividerlo per farlo più grande?).
Il caso della sindaca socialista appena eletta a Seattle, nello Stato di Washington, nella stessa tornata di Ossé e Mamdani, sembra strutturalmente simile. Katie Wilson (43 anni, anche lei DSA, attivista di comunità e scrittrice figlia di scienziati, uno stile più sommesso dei newyorchesi, Pacific Northwest shabby-chic?) ha battuto per un pelo, 50,2% contro 49,5%, il sindaco in carica. Il quale è anche lui Dem, Bruce Harrell (67 anni, lunga esperienza civica, di discendenza afroamericana e giapponese). Le primarie e le elezioni municipali a Seattle sono nonpartisan, senza etichetta di partito, ma si sanno bene le etichette dei candidati. E i Dem dominano la scena, sono sempre loro, e fra di loro, a giocarsi la carica. Per dire, Pramila Jayapal, la deputata Dem fino all’anno scorso a capo del Congressional Progressive Causus, ha endorsed entrambi i candidati.
Seattle è territorio Dem, zona sicura, appunto. Alle presidenziali del 2024 Kamala Harris ha preso il 74% dei voti, in città.

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