Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Ma che cosa diavolo sta facendo il partito democratico americano?

Ma che cosa diavolo sta facendo il partito democratico americano? 

Guardando alla faccenda dal punto di vista dei Dane Dems, il partito democratico di Dane County, la contea in cui si trovano la città capitale dello stato del Wisconsin, Madison, e altre piccole municipalità, sta facendo un sacco in cose. In gran parte di routine ma di routine democratica (con la d minuscola), e in questi giorni fitte fitte, con una simbolica resa dei conti martedì scorso 1 aprile, Election Day.

Cose importanti, e almeno una di grande visibilità nazionale. 

Sgombriamo subito il campo da quest’ultima, la più nota anche a livello internazionale. Lo sappiamo anche noi, è la campagna per l’elezione della giudice progressista Susan Crawford alla Corte suprema dello stato. Impresa non facile perché lo scorso novembre lo stato ha votato per Trump, sia pure per un soffio (49,6% contro il 48,7% di Kamala Harris, meno di 30.000 voti, a proposito delle sue roboanti vittorie nei swing states). Impresa non impossibile, d’altra parte, e infatti riuscita, anche perché già due anni fa un’altra giudice progressista era stata eletta con un buon margine (55 a 44%) alla stessa Corte. 

Le elezioni di questo tipo sono nonpartisan, i candidati non hanno etichette di partito. Ma di fatto gli endorsements e le attività di fiancheggiamento fioccano da tutte le parti. Il candidato conservatore poteva contare sui milioni di Elon Musk e sull’appoggio di una lunga lista di organizzazioni, fra le quali il partito repubblicano. La candidata Crawford lo stesso, anzi la sua lista era ancora più lunga; includeva personalità nazionali e locali e soprattutto gli attivisti di gruppi di base e di molti sindacati. E appunto del partito democratico, statale e locale. Naturalmente nella contea di Dane, per storia e tradizione, il suo successo era scontato. Se nello stato Crawford ha vinto con il 55% dei suffragi, come la sua collega del 2023, nella contea di Dane ha vinto con l’82%.

Ma poi c’era tutto il resto da curare. Si dice da sempre che i partiti americani sono solo macchine elettorali, si suppone senz’anima. Anche accettando questa definzione, ciò vuol dire che i partiti sono macchine permanenti, sempre al lavoro, perché si vota spesso, e si vota per decine di cariche di tutti i tipi. Come dicevano i party men di un secolo fa, si finisce una campagna, ci si fa una doccia, si comincia la prossima.

E dunque, oltre alla faccenda della Corte suprema, sempre a livello statale c’era da eleggere il Superintendent of Public Instruction, che è esattamente quello che dice il nome, il ministro dell’istruzione dello stato, quello che governa il sistema scolastico fino alle high schools. Missione compiuta, sembra, con l’elezione anzi la ri-elezione (con il 53% dei voti, per quattro anni) di Jill Underly. Sotenuta dai sindacati degli insegnanti e dal partito democratico.

E poi c’era da rinnovare il Madison Common Council, il consiglio comunale della città, composto da 20 consiglieri eletti in collegi uninominali. Anche in questo caso le elezioni sono nonpartisan, e tuttavia almeno 14 dei vincitori, quindi una solida maggioranza, sono stati ufficialmente appoggiati dai democratici. E attenzione, lo statuto dei Dane Dems è chiaro: per ottenere l’endorsement bisogna essere iscritti al partito, niente candidati indipendenti.

Fra l’altro, probabilmente grazie al traino dell’elezione per la Corte suprema, l’affluenza alle urne in città è stata molto alta per una tornata intermedia, il 68% dei registered voters cioè degli iscritti nelle liste elettorali (che non sono tutti gli aventi diritto, ahimé, ma solo quelli che il loro diritto lo fanno valere appunto iscrivendosi). 

Ecco dunque quello che sta facendo il partito democratico di Dane County, Wisconsin, visto from the grassroots, visto from the bottom up come dicevamo una volta noi storici sociali. 

(E ho dimenticato le elezioni per il presidente della Contea, per un seggio nella Municipal Court, per vari seggi nei consigli comunali e nei consigli scolastici di tre o quattro cittadine minori. E già, accidenti, anche il voto per un refendum statale. Ne parliamo la prossima volta, giuro.)

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1 risposta

  1. Stessa situazione qui da noi. I partiti si muovono parecchio. La Shlein deve ancora decidere se partecipare alla “”marcia della pace” organizzata per sabato da Banderuola Conte e non riesce a far votare compatta la pattuglia PD al Parlamento europeo. D’altronde ieri la maggioranza ha scelto di usare, sempre al PE, tutte e tre le opzioni di voto .

    Gioggia, la riflessiva, ha disdetto tutti gli impegni odierni perché deve pensare ai dazi

    addio, Italia

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