Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Dittatore per un giorno, come tutti i presidenti? 

Franklin D. Roosevelt, nella primavera del 1933, inventò i “cento giorni”. Voleva dare una scossa al paese nel pieno della grande depressione, segnalare un nuovo inizio politico e morale di speranza e di frenetica attività di governo. Con la storia dei cento giorni avrebbe costretto i legislatori in Congresso a impegnarsi. Il messaggio era chiaro: se non agite con le buone, in fretta e con le leggi che voglio io, agirò con le cattive, cioè con gli executive orders, i decreti presidenziali più limitati, imperfetti, temporanei e talvolta discutibili ma di immediata attuazione, perché non richiedono il vostro bizantino consenso. I cittadini sono nei guai e stanno aspettando, sbrigatevi, altrimenti vi svergognerò davanti a loro, davanti al popolo sovrano. Ecco un dittatore, gridarono i conservatori repubblicani, in un’epoca in cui i dittatori erano in voga, a destra e a sinistra.

Oggi i tempi non sono più quelli di una volta, sono ancora più veloci. Novant’anni dopo, nel dicembre 2023, Donald Trump ha così inventato la politica del “giorno uno”. Anzi, se l’è detto da solo: farò la politica del dictator on day one. Una politica dei cento giorni sarebbe una lungaggine, al giorno d’oggi il tempo vola, il sistema è più impaziente, bisogna fare presto. In questo caso farò presto grazie al ricorso esclusivo e ripetuto proprio agli executive orders, usati non come minaccia per i legislatori ma come loro sostituto per fare quello che posso e voglio io. Lo scopo è lo stesso di Roosevelt, segnalare la svolta, il nuovo inizio, il nuovo spirito che arriva in città. E Trump l’ha fatto, ha firmato decreti e decreti proprio a ridosso del giuramento, nel pomeriggio di lunedì 20 gennaio 2025. 

Ho scritto “ha inventato” ma non è vero. Firmare subito dei decreti-bandiera che annuncino l’arrivo della nuova amministrazione, non è una novità. Quando il cambio è anche di partito, ciascun presidente ama compiacersi di essere un portatore di meravigliosi progressi e di clamorose rotture con le ignobili eredità del presidente precedente (in modi non così volgari come quelli di Trump, ma insomma). L’hanno fatto Obama nel gennaio del 2009 con l’amministrazione Bush, Trump medesimo nel gennaio 2017 con Obama, Biden nel gennaio 2021 con Trump. Ora è toccato al povero Biden. Ciascuno ha cercato di abolire cose fatte dal predecessore, fra l’altro mettendo in evidenza come, soprattutto in epoche di alta polarizzazione, certe scelte presidenziali siano volatili, ci sia poco da fidarsi della loro continuità. 

E allora Trump? Non ha inventato niente ma ha perfezionato la performance, lo spettacolo. In genere la firma seriale dei decreti avveniva là dove si conviene, nello Studio ovale della Casa bianca. Certo in pubblico, di fronte a televisioni e fotografi e invitati. Ma il 20 gennaio 2025 è diventata affare da circo di fronte a una pubblico da comizio. Con quale efficacia e permanenza dei decreti firmati? Chissà, intanto è già cominciato il ballo nei tribunali. L’istituzione del Department of Government Efficiency (DOGE) di Elon Musk è stata impugnata davanti a un giudice federale, pare che violi platealmente la legge che governa questo tipo di organismi. Il Federal Advisory Committee Act del 1972 dice che le commissioni devono essere aperte al pubblico, trasparenti nei lavori e includere diversi punti di vista. Non sono roba di uno solo. 

D’altra parte, come dimenticare (chi lo ricorda più) che uno degli executive orders di Obama del 2009, uno dei più simbolici, ordinava la chiusura del campo di detenzione di Guantanamo Bay a Cuba, quello dove Bush aveva rinchiuso i “combattenti nemici illegali” e i sospetti terroristi? Ecco, il carcere ha ancora 16 ospiti, è ancora lì, aperto e funzionante.

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2 risposte

  1. speriamo tutti che sia solo la “foga del primo giorno”, che non commetta qualche atto inconsulto. Trump non ha tempo e lui.lo sa. Ha promesso talmente tanto [di fronte alle sue le promesse del nostro governo son poca cosa]. Ha poco tempo. La luna di miele non arriverà alle prossime elezioni di mid=term se non raggiunge qualche grosso risultato ben prima. E la sua maggioranza al Congresso è Senato è risicata. Se si sentirà all’angolo farà qualcosa di eclatante, tanto sa perfettamente che il suo orizzonte politico non può andare oltre il novembre 2028. Non ha nulla da perdere

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