
Rileggendo qua e là The Plot Against America (2004) di Philip Roth, tre citazioni che mi servono e metto da parte. La prima anche per il prossimo libro sul Quattro luglio. Le altre due per il lavoro di storico in generale. Il testo che ho a disposizione è in inglese, i numeri di pagina vengono da quello, le traduzioni in italiano (veloci) sono mie.
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(Pp. 4-5) Israele ancora non esisteva, sei milioni di ebrei europei non avevano ancora cessato di esistere, e l’interesse locale per la remota Palestina… era per me un mistero. Quando uno sconosciuto con la barba… faceva la sua comparsa… per chiedere in un inglese sgrammaticato un contributo alla fondazione di una patria nazionale ebraica in Palestina, io, che non ero un bambino ignorante, non capivo che cosa ci facesse sul nostro pianerottolo. [… Il povero vecchio] sembrava incapace di mettersi in testa che avevamo già una patria da tre generazioni. Ogni mattina, a scuola, giuravo fedeltà alla bandiera della nostra patria. Ne cantavo le meraviglie con i miei compagni durante i programmi collettivi. Ne osservavo con entusiasmo le feste nazionali, e senza pensare due volte alla mia identificazione con i fuochi d’artificio del Quattro Luglio o il tacchino del Ringraziamento o le due partite di Decoration Day. La nostra patria era l’America.
Poi i repubblicani nominarono Lindbergh e tutto cambiò.
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(Pp. 57-58) Su un pendio in fondo alla strada sorgeva il Campidoglio… Senza accorgercene, avevamo guidato proprio nel cuore della storia americana; e anche se non lo capivamo chiaramente, era proprio sulla storia americana, delineata nella sua forma più ispiratrice, che contavamo per proteggerci contro Lindbergh.
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(Pp. 113-114) E come l’elezione di Lindbergh non avrebbe potuto chiarirmi meglio, lo svolgersi dell’imprevisto era tutto. Visto alla rovescia, l’imprevisto era quello che noi a scuola studiavamo col nome di “storia”, la storia inoffensiva dove tutto ciò che nel suo tempo è inaspettato è raccontato sulla pagina come inevitabile. Il terrore dell’imprevisto è ciò che la scienza della storia nasconde, trasformando un disastro in un’epopea.
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