Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Tutti gli occhi sul Wisconsin, per l’elezione di un giudice della Corte suprema statale!

Martedì prossimo 1 aprile 2025 c’è un appuntamento elettorale importante in Wisconsin. I media statali, della capitale Madison, di Milwaukee, con un po’ di local boosterism lo presentano come il più importante dell’anno in tutto il paese. E probabilmente hanno ragione. Sembra proprio che il test sarà significativo in sé, per gli effetti immediati sul posto, e per il trend che può suggerire nel gran caos della politica nazionale. L’affluenza alle urne si annuncia da record. E da record storico è già la quantità di dollari investiti nell’impresa. 

Vista da lì, la democrazia americana è vibrante come al solito, in realtà più del solito, in uno stato iperattivo ansioso, con ombre dark, come è giusto che sia, oggi come oggi. 

L’elezione riguarda un seggio nella Corte suprema dello stato, uno dei 7 seggi che la compongono. Ora la corte ha una stretta maggioranza di giudici liberal, 4 contro 3 conservatori, e il seggio che si è reso vacante era occupato da un liberal. La posta in gioco è dunque se il seggio resterà tale dal punto di vista politico, e tale resterà la maggioranza della corte, o se passerà ai conservatori, così rovesciando la maggioranza. In discussione di fronte alla corte ci sono questioni corpose, fra l’altro relative al  redistricting elettorale e allo status legale dell’aborto. 

Un passo indietro di background. 

I giudici del sistema giudiziario statale del Wisconsin, come quelli della stragrande maggioranza degli stati dell’Unione, sono tutti elettivi. Lo sono dai tempi della Rivoluzione, quando fu fatta questa scelta radicale per rompere la loro dipendenza dal governo, che nel regime imperiale britannico era ovviamente il governo monarchico di sua maestà. In regime repubblicano l’indipendenza della magistratura sarebbe stata meglio garantita dal popolo, così si decise negli stati. Nel sistema nazionale dei nuovi Stati Uniti la scelta fu diversa. La Costituzione del 1787 stabilì che i giudici federali fossero nominati dal Presidente con il consenso del Senato. La garanzia della loro indipendenza sta nel fatto che sono nominati a vita.

In Wisconsin ci sono dunque elezioni e mandati temporali. I giudici della Corte suprema restano in carica per 10 anni, quelli delle corti d’appello e dei tribunali inferiori per 6 anni. Tutti sono rinnovabili senza limiti. Le elezioni sono per statuto nonpartisan, senza etichette di partito. Si comincia con elezioni primarie con molti candidati, i due più votati vanno all’elezione generale. In genere i due hanno orientamenti filosofico-culturali ben noti, spesso sono un conservatore e un liberal. Negli ultimi tempi sono sempre di più apertamente sostenuti dai partiti politici, ciascuno il suo, il conservatore dai repubblicani e il liberal dai democratici. La contesa diventa così di partito, anche se non dovrebbe esserlo.

E dunque, per l’evento del 1 aprile l’attenzione è alle stelle. 

La campagna elettorale è incalzante, satura di attivisti e di soldi. Si sono schierati moltissimi soggetti della politica e della società civile, nazionali e locali, Barack Obama e Donald Trump, i partiti democratico e repubblicano, governatori degli stati vicini, interessi speciali, sindacati, organizzazioni grassroots. Elon Musk ha finanziato il candidato conservatore Brad Schimel con 20 milioni di dollari, presentandolo come un alleato essenziale del presidente Trump. Anche la candidata liberal, Susan Crawford, ha messo su un tesoro di guerra paragonabile, aiutata da finanziatori fra i quali spicca, ebbene sì, la Open Society di George Soros con un milione di dollari. L’operazione complessiva, alla fine, arriverà a risucchiare 100 milioni di dollari, somma straordinaria nella storia nazionale per eventi di questo tipo. 

La partecipazione elettorale sembra in crescita anche rispetto all’ultima tornata simile, nel 2023, che già era stata eccezionale. Allora votarono 1,8 milioni di elettori, oggi se ne attendono 2 milioni. Con la diffusione del voto anticipato hanno già votato in quasi mezzo milione. Dopo un inizio incerto i sondaggi del mese di marzo predicono una vittoria della candidata liberal. Il poll più recente (25-26 marzo) favorisce Crawford con il 50% delle preferenze contro il 42% di Schimel. Crawford, che ora è magistrata a Dane County, cioè a Madison, ha un piccolo vantaggio fra gli elettori bianchi, un enorme vantaggio fra gli afroamericani, è pari e patta fra gli ispanici. Comunque nell’attuale clima volatile nessuno di questi numeri è sicuro.

Entrambe le parti lamentano l’intrusione di gente venuta da fuori, un lamento politico classico di sapore ottocentesco, nato in una vita pubblica che si voleva tutta locale, parrocchiale (mai è stata così, ovviamente). E tuttavia è vero che ci sono delle novità. Che un membro del governo federale come è a tutti gli effetti Elon Musk intervenga in questo modo, in quanto miliardario, in una competizione elettorale, in altri tempi avrebbe fatto gridare allo scandalo bipartisan, al conflittto d’interessi; oggi scandalizza solo i nemici politici. E certo avrebbe allarmato la trasformazione delle elezioni dei giudici in uno scontro aperto di partito. Ma ormai nessuno fa più caso a queste norme così ottuse, così desuete, antiquate.

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