
Fra le tante metafore testuali e visive a cui si è prestata la Statua della libertà dacché è stata inaugurata nel 1886, c’è anche questa, usata dal presidente Biden nel suo Farewell Address del 15 gennaio 2025.
«Come l’America, la Statua della Libertà non sta ferma. Il suo piede letteralmente avanza sopra la catena spezzata della schiavitù umana. È in marcia e letteralmente si muove. È stata costruita per oscillare avanti e indietro per resistere alla furia delle tempeste, per superare la prova del tempo, perché le tempeste sono sempre in arrivo. Oscilla di qualche centimetro, ma non cade mai nella corrente sottostante – una meraviglia dell’ingegneria».
In effetti la Statua della libertà può ballare al vento.
Lo scheletro in ferro fu progettato da Gustave Eiffel, che di strutture del genere se ne intendeva, per reagire alle instabilità atmosferiche della baia di New York senza deformarsi o rompersi. Alta 46 metri, in effetti più di 90 dal suolo alla punta della torcia, con venti sopra agli 80 chilometri orari la statua può oscillare di tre pollici (7,6 cm) in ogni direzione, e la torcia fino a cinque pollici (12,7 cm). Durante l’uragano Sandy, nel 2012, i venti arrivarono a 150 chilometri all’ora, la mareggiata distrusse alcuni edifici sulla piccola Liberty Istand, ma la statua non ebbe danni. La statua oscillò per bene anche durante il terremoto di magnitudo 4.8 dell’aprile del 2024.
Lady Liberty si becca anche una media di 600 fulmini l’anno.
L’accenno di Biden alla «catena spezzata della schiavitù» si riferisce a un dettaglio della statua spesso ignorato perché non possiamo vederlo da sotto. La statua celebra anche l’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, ha ai suoi piedi delle catene spezzate, le calpesta come se volesse procedere in avanti. Nel disegno originale le teneva in mano, ben visibili, ma poi si ritenne più opportuno un’altra soluzione. Le catene rimasero per salvare le nostre coscienze, ma insomma, un po’ nascoste. La libera stampa afroamericana del tempo denunciò con titoli squillanti l’ipocrisia dell’operazione: «L’idea che la “libertà” di questo paese possa “illuminare il mondo”, o anche solo la Patagonia, è ridicola all’estremo».
Nulla è tranquillo, celebrativo, pacifico, ordinario nelle nostre storie. Viviamo, se proprio siamo fortunati, in un cessate-il-fuoco.

- L’oligarchia in America: il discorso di addio del presidente Biden
- Il Novecento era finito, già nel 2016
Categorie:Uncategorized