La famosa intervista di Jimmy Carter a Playboy esce nel numero di novembre 1976, giusto in tempo per Election Day. E’ molto lunga, come sono molto lunghe le interviste che il mensile di Hugh Hefner pubblica in quegli anni. E’ il prodotto di decine di incontri in giro per il paese, seguendo le tappe della campagna elettorale. L’autore è il giornalista quarantenne Robert Sheer, un “aggressivo radicale di Berkeley” si autodefinisce. E’ l’ex direttore della rivista di sinistra Ramparts, reporter free lance in Vietnam, in Medio oriente, a Cuba, in Corea del Nord, attivista e candidato anti-guerra in varie competizioni elettorali (tutte perse), infine reporter del Los Angeles Times. Ha una ulteriore lunga carriera davanti a sé, fino a oggi.
La parte più nota e commentata del testo è quella finale, una specie di monologo, di flusso di coscienza in cui Carter, un devoto cristiano battista, confessa i suoi peccati di desiderio carnale. La disarmante sincerità della confessione certo non gli nuoce presso i fedeli lettori di una pubblicazione così ben illustrata, ci mancherebbe altro, ma non sembra nuocergli neanche presso l’elettorato generale, visto che le elezioni, almeno quelle lì, le vince. La copio qui sotto in italiano con l’aiuto di Google Translate e di qualche aggiustamento; il testo completo in inglese si trova online. Le fotografie della copertina della rivista (qui sopra) e della pagina finale dell’intervista (in calce) vengono dal mio personale archivio cartaceo di Playboy, fonte preziosa, va da sé, di storia e cultura americana.
PLAYBOY: Credi di aver rassicurato le persone con questa intervista, persone che sono a disagio riguardo alle tue convinzioni religiose, che si chiedono se diventerai un presidente rigido, intransigente?
CARTER: […] La cosa che ci viene inculcata continuamente [a noi battisti] è di non essere orgogliosi, di non sentirci migliori di chiunque altro, di non disprezzare le persone ma di renderci accettabili agli occhi di Dio tramite le nostre azioni e riconoscere la semplice verità che siamo salvati dalla grazia. È un dono gratuito tramite la fede in Cristo. Questo ci dà un modo con cui possiamo relazionarci permanentemente con Dio. Non parlo per altre persone, ma a me ciò dà un senso di pace, equanimità e sicurezza.
Cerco di non commettere deliberatamente un peccato. Riconosco che prima o poi lo farò comunque, perché sono umano e sono tentato. E Cristo ha stabilito per noi degli standard quasi impossibili. Cristo ha detto: “Io vi dico che chiunque guardi una donna con lussuria, ha già commesso adulterio nel suo cuore”.
Ho guardato molte donne con lussuria. Ho commesso adulterio nel mio cuore molte volte. Questo è qualcosa che Dio sa che farò – e l’ho fatto – e Dio mi perdona per questo. Ma ciò non significa che io condanni qualcuno che non solo guarda una donna con lussuria, ma lascia la moglie e va a convivere con qualcuno fuori dal matrimonio.
Cristo dice: non considerarti migliore di qualcuno solo perché un tipo scopa con un sacco di donne mentre l’altro tipo è fedele a sua moglie. L’uomo che è fedele a sua moglie non dovrebbe essere condiscendente o orgoglioso per il suo relativo grado di peccaminosità. Una cosa che [il teologo] Paul Tillich ha detto è che la religione è una ricerca della verità sull’esistenza dell’uomo e sul suo rapporto con Dio e con i suoi simili; e che una volta che smetti di cercare e pensi di avercela fatta, a quel punto perdi la tua religione. La costante rivalutazione, la ricerca nel proprio cuore – questo mi dà un senso di fiducia.
Non inserisco a caso queste convinzioni [religiose] nelle mie risposte alle tue domande laiche. (Carter stringe il pugno e fa un gesto brusco.) Ma non credo che assumerei mai lo stesso atteggiamento di Nixon o Johnson: mentire, imbrogliare e distorcere la verità. Anche senza considerare la speranza che nutro nella mia forza di carattere, penso che le mie convinzioni religiose da sole potrebbero impedire che ciò mi accada. Ho questa fiducia. Spero che sia giustificata.
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Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi 