Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Jimmy Carter, un pio presidente rock

Che cosa ci fa un politico religiosissimo come Jimmy Carter, cristiano evangelico del profondo Sud, insegnante di catechismo alla scuola domenicale della chiesa battista della sua città (Plains, in Georgia) – che cosa ci fa con la t-shirt di un gruppo di musicisti rock, di Southern rock come la Allman Brothers Band (basata a Macon, in Georgia), hippy nei guai con la giustizia per fattacci di droga, sessualmente promiscui, peccatori?

Be’, intanto ci sono ragioni pratiche, di business elettorale. La foto è scattata durante la campagna presidenziale del 1976, nell’estate, Carter è il candidato democratico alla presidenza e ha ragioni di riconoscenza per la band che lo ha aiutato parecchio. Alla fine del 1975 ha fatto un gran concerto per finanziare il lancio della sua impresa. Ha contribuito a portarlo alla Casa bianca, “ha raccolto denaro quando non ne avevo niente”, dice in un documentario intitolato Jimmy Carter: Rock and Roll President. Il leader della band Gregg Allman ha lo star power per farlo. E’ anche una celebrità nazionale, ha appena sposato la cantante Cher. E l’album Brothers and Sisters va alla grande trainato dal singolo di Dickey Betts, Ramblin’ Man (i miei pezzi preferiti di allora, e di oggi, sono un po’ precedenti, tipo In Memory of Elisabeth Reed).

L’associazione di Carter con delle rock star ne allarga anche l’appeal politico, ne smussa l’immagine di cristiano born-again un po’ troppo pio.

Ma ci sono anche altre ragioni, meno immediate, che hanno a che fare con la cultura e la storia spesso drammatica del Sud. L’incontro fatale fra Jimmy e Gregg avviene un paio d’anni prima, i due diventano amici ascoltando il blues di Elmore James. Carter è governatore della Georgia, il primo governatore progressista dopo il vecchio suprematista e segregazionista bianco Lester Maddox. E’ possibile fraternizzare con lui in nome di una musica rock che è transrazziale nelle origini e negli sviluppi, persino negli intrecci famigliari, di sangue, dello stesso governatore. Jimmy è imparentato con la Carter Family, importante gruppo di musica folk e country bianca. Il suo bisnonno materno James Thomas Gordy è anche, tramite i figli avuti con una schiava, il bisnonno paterno di Berry Gordy, l’imprenditore nero fondatore di Motown, la storica etichetta di soul music di Detroit.

E come dimenticare che il rock and roll e la religiosità cristiana hanno una complicata relazione di contaminazioni fra sacro e profano, gospel di Nostro Signore e blues musica del diavolo, blues commercializzato e country music? Le prime rock star sono impegnate a trasferire sui palcoscenici laici le esperienze estetiche, fisiche, emozionali, di abbandono sensuale, delle chiese pentescostali meridionali, bianche e nere. Lo dicono esplicitamente Elvis Presley e Little Richard, Johnny Cash (compagno di June Carter della Carter Family) e James Brown, B.B. King e Jerry Lee Lewis (cugino del telepredicatore Jimmy Swaggart). Racconta Elvis: “Andavamo a questi meeting religiosi dove si cantava sempre, C’erano questi cantanti, perfettamente bravi eh, ma nessuno rispondeva loro. Poi c’erano questi altri cantanti – il leader era un predicatore –  e loro non facevano che saltare di qui e di là, saltavano sul pianoforte, si muovevano continuamente. Il pubblico li amava. Credo di aver imparato da loro”

La derivazione religiosa del rock and roll non sfugge certo ad alcuni dei suoi critici più feroci, che sono proprio gli esponenti conservatori delle denominazioni cristiane meridionali che si sentono chiamate in causa, tirate in ballo, bestemmiate, plagiate e espropriate. Lo stile di Presley è visto come un volgare adattamento di ciò che accade nelle chiese, un “battesimo sacrilego”. E’ Satana in persona che si manifesta nei concerti rock! Che mette in scena una imitazione del mistero di Dio! Che si impadronisce delle menti e dei corpi dei fedeli! E che cosa c’è di più religioso al mondo, della presenza di Satana?

Queste cose si dicono all’origine assoluta della storia, sul finire degli anni cinquanta. Dagli anni settanta, ai tempi del Carter candidato presidenziale e del suo sodalizio con il Southern rock (Allman Brothers e non solo) sembrano un po’ passate di moda, grazie alla superficiale secolarizzazione dei comportamenti e del linguaggio presso il largo pubblico. Secolarizzazione peraltro subito smentita dalla nascita contestuale del Christian rock, con il suo inno Why Should The Devil Have All The Good Music, di Larry Norman. Che rivendica: “C’è chi dice che il rock’n’roll sia del diavolo, non lo credo / Viene dalla chiesa, appartiene alla chiesa”. Ma di questo parleremo un’altra volta.

Intanto diciamoci la verità, chi, da allora e ancora oggi, vada a un concerto rock senza percepirne l’aura di esperienza religiosa, che cosa diavolo ci va a fare? 

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