Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Spararle grosse

Guardando le esibizioni di Trump ho sempre pensato a un certo giovanotto un po’ più grande che veniva al bar della mia adolescenza. Entrava dicendo, “A me, datemi il potere per due giorni, e vi sistemo tutto”. Oppure, “Io le donne [le done, con una n sola] le prendo per…” Noi si diceva, “Belìn, davvero” e poi, siccome il tipo era anche noto come “il troncadonne” (troncadone, con una n sola), si diceva anche, “Di’ un po’, ieri sera hai beccato?” sicuri che avrebbe risposto “Tre”.

Magari erano balle. Oppure no? Sotto sotto, in quel bar di maschi, s’era abbastanza invidiosi, ci faceva lavorare d’immaginazione.

Poi ho scoperto, dai sondaggi e da certe interviste, che c’è un buon numero di elettori trumpiani e anche di elettori qualunque che qualunquemente lo votano, che davvero lo vedono così, come si faceva noi ragazzini, uno che le spara grosse, che non va preso proprio alla lettera, ma che anche riesce a evocare delle fantasie… E certo, loro si sono impegnati di più, invece di mandarlo a rimorchiare in una sala da ballo (per la terza età, nel caso specifico), l’hanno mandato nella stanza dei bottoni.

Questo per dire che, grazie agli antichi ricordi di un tempo che sembra antico ma che forse non lo è, posso sospettare che quei milioni di americani che hanno votato Trump non siano “l’altra metà”, gente cattiva, fascisti odiatori di magnagatti. Ma gente più o meno come me.

Che è anche l’abc del far politica, leggo sui libri.

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