Short Cuts America: il blog di Arnaldo Testi

Politica e storia degli Stati Uniti

Le profezie di “Perché negli Stati Uniti non c’è il socialismo?”

obama-socialist-communistMi è ritornato in mente in questi giorni il vecchio saggio del sociologo tedesco Werner Sombart, Perché negli Stati Uniti non c’è il socialismo? (del 1906). Il titolo è notissimo, più noto del libro stesso, e deve la sua fortuna alle sue presunte suggestioni profetiche. Suggestioni malgré soi, che derivano da un equivoco che solo leggendo il libro fino in fondo si può chiarire. La profezia alla fine c’è, è esplicita, ma è l’opposto di quella che si ritiene comunemente, va contro il titolo – e si è rivelata clamorosamente sbagliata.

Il titolo ha evocato durante tutto il Novecento una questione centrale, spesso ritenuta la questione centrale della diversità americana rispetto all’Europa. E cioè quella della diversità dello sviluppo politico statunitense rispetto allo sviluppo politico dei paesi europei comparabili, e quindi della mancanza negli Stati Uniti di un significativo movimento o partito a base di classe di tipo socialista o laburista e di rilevanza nazionale. E’ anche il titolo che per molti osservatori del secolo scorso ha evocato l’esistenza di due diverse ipotesi di modernità politico-sociale nell’Occidente transatlantico – fra una parte del Vecchio mondo europeo e una parte della sua periferia diasporica nel Nuovo mondo americano, diventata poi egemonica. Due ipotesi di modernità diverse e per molti versi contrapposte.

[Ho lavorato su questo tema una ventina d’anni fa, agli sgoccioli del Novecento, quando la domanda a livello comparato era ormai diventata un’altra, “Perché in Europa non c’è (più) il socialismo” o anche “Perché non c’è (più) il socialismo da nessuna parte?” e forse per questo ancora più interessante, di un interesse diverso. Un risultato di questo lavoro è il capitolo IV, dal titolo sombartiano, del libro Trionfo e declino dei partiti politici negli Stati Uniti (2000) che si può scaricare qui gratuitamente.]

Dal punto di vista dei socialisti europei, e Sombart si considerava ancora tale, ma anche dal punto di vista dei socialisti americani, che pure esistevano, l’interrogativo si basava su un presupposto teorico che riassumo grossolanamente così: la modernità nei paesi capitalistici industrializzati non può non includere, deve necessariamente includere, lo sviluppo di una classe operaia con una forte coscienza di classe e, di conseguenza, con una forte organizzazione economica di classe e una politica indipendente incarnata in un partito a base di classe. Negli Stati Uniti, che secondo Sombart erano la “la terra di Canaan: la terra promessa” del capitalismo, cioè la società capitalistica pura, perfetta – ciò sembrava non accadere. E quindi, ci si chiedeva, cosa c’era di sbagliato negli Stati Uniti?

Dal punto di vista di altri osservatori, americani ma non solo, conservatori o liberali che fossero, l’interrogativo si basava su un altro presupposto teorico, che di nuovo riassumo grossolanamente: la coscienza di classe, il socialismo, le idee socialiste, sono relitti del passato, residui feudali, castali, dell’ancien régime europeo, che anche in Europa verranno presto o tardi travolti dall’inevitabile progresso storico verso una società compiutamente liberale. Gli Stati Uniti sono già arrivati a questa meta, anzi ci sono sempre stati, fin dalle origini: sono una società “nata libera”, e per questo sono diversi. Negli Stati Uniti il movimento socialista non ha attecchito e non attecchirà mai, può vivere nel mondo ma non del mondo, può agirvi come attore morale ma non come attore politico. L’America è l’essenza della modernità liberale, è l’Europa a essere una anomalia. Che cosa c’è di sbagliato con l’Europa?

Per tutto un secolo il dibattito su questi temi è stato ovviamente denso di implicazioni politiche oltre che storiografiche. Basti ricordare che è nel Novecento che è nato un altro termine che definisce sinteticamente la questione, e cioè “eccezionalismo americano”. La sua nascita non è priva di ironia: essa avvenne infatti negli ambienti della Terza internazionale comunista. Gli “eccezionalisti americani” erano quei rivoluzionari comunisti che, negli anni venti, sostenevano che negli Stati Uniti non si potesse fare come in Russia, e neanche come nell’Europa sviluppata, perché il capitalismo americano era diverso, era un’eccezione. L’eccezionalismo americano, in quanto invenzione linguistica, viene dunque al mondo come una eresia marxista – ed è inutile aggiungere che gli eretici furono tutti epurati dal Comintern e dall’American Communist Party.

Dal punto di vista storiografico, il testo di Sombart ha fornito parecchi degli argomenti su cui si è concentrata l’analisi comparata delle condizioni della classe operaia americana rispetto a quelle delle classi operaie di alcuni paesi europei. Argomenti che rendessero conto in termini concreti, politici, sociali, economici, della divaricazione di esperienze. Ecco così il diritto di voto e la precoce piena cittadinanza politica dei lavoratori americani, già secolare ai suoi tempi. Ecco la fluidità della struttura sociale, rispetto a quella europea cristallizzata in classi chiuse e ostili. Ecco la mobilità sociale individuale che ostacola la formazione di una coscienza di classe collettiva. Ecco la diffusione della proprietà e la disponibilità di terre a buon prezzo, e di occasioni di nuova vita, nel West. Ecco infine standard di vita elevati e comunque superiori a quelli europei.

La faccenda curiosa è che Sombart intendeva queste condizioni come contingenti rispetto al momento in cui scriveva. Malgrado alcune sentenze che sembrano senza appello, di cui una famosissima è: “Davanti al roastbeef e alla torta di mele tutte le utopie socialiste andarono in rovina”, le sue conclusioni sono sorprendenti. Per leggerle bisogna arrivare fino alle ultimissime poche righe:

“Queste, all’incirca, sono le ragioni per le quali negli Stati Uniti non esiste il socialismo. La mia opinione è a questo punto la seguente: tutti i motivi che fino a oggi hanno frenato lo sviluppo del socialismo negli Stati Uniti sono in procinto di scomparire o essere trasformati nel loro contrario, di conseguenza, secondo tutte le previsioni, nella prossima generazione il socialismo potrà giungere nell’Unione a una piena fioritura”.

Se la cava con poco, Sombart, e alla svelta. E come si sa, le cose sono andate diversamente.

Categorie:Americanismo, Radicalism

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