Superman predica ai fanciulli. Si rivolge a un gruppo misto per età e per sesso (più maschi che femmine in effetti), con almeno un ragazzo di pelle scura e un bimbo asiatico. Ricorda l’importanza di rispettare le diversità culturali in un scuola che, come il paese intero, di queste molte diversità è fatto. Il claim finale riecheggia e rovescia il linguaggio dell’allarme e del sospetto maccartista: se senti qualcuno che insulta un compagno per la sua razza, religione o origine nazionale, non aspettare – digli che questo modo di parlare è Un-American. E’ solo così che si difende una scuola All American, cioè genuinamente patriottica.
Questo poster circola da un po’ di tempo sui social media. La stile e il messaggio rinviano all’epoca della Guerra fredda. Il segno è di Wayne Boring, uno dei disegnatori del fumetto negli anni 1940s e 1950s. La data del copyright, scritta piccolissima, è 1956. Per il resto, del pedigree di questa versione colorata non si sa nulla. A escludere che si tratti di un fake c’è solo un utile indizio: l’esistenza di una sovracopertina di libro, venduta all’asta in un sito di Americana & collectibles, che riproduce la stessa immagine non colorata. In questo documento la data è 1949, e si dice chiaramente che il prodotto è distribuito dall’Institute for American Democracy. E ciò ha un senso.
L’Institute for American Democracy era un’emanazione della Anti-Defamation League, l’organizzazione ebraica che dall’inizio del Novecento agisce da gruppo di pressione contro l’anti-semitismo e, per estensione, a favore del pluralismo etnico, razziale e religioso. Durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra l’Istituto produsse e distribuì gadget e manifesti pubblicitari, pamphlet, poster, sovracopertine di libri (appunto) e altri “strumenti di educazione visiva” per combattere il pregiudizio. Ne sono un esempio questi avvisi, da tram o vagone di metropolitana, che riguardano il sangue, il lavoro di guerra e di pace, il baseball.
E ha un senso che qui, a fare “educazione visiva”, si presti Superman in persona. Dopo tutto era lui stesso un immigrato sulla terra, costretto a una doppia vita per nascondere ai concittadini diffidenti i segni della sua diversità. Era stato creato da due giovanissimi figli di immigrati ebrei, Jerry Siegel e Joe Shuster, negli anni del New Deal: un supereroe rooseveltiano “campione degli oppressi”. Era poi diventato campione di guerra anti-fascista e patriottismo bellico. Qui, con il consenso degli editori (National Comics Publications, di proprietà di due immigrati ebrei, rumeno l’uno e ucraino l’altro), rimette insieme a suo modo impegno civile e impegno patriottico.
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