Il “right to (keep and) bear arms” non compare solo nella Costituzione federale degli Stati Uniti, sarebbe troppo facile. E’ stato scritto ed è scritto anche in clausole ad hoc nelle costituzioni degli Stati che compongono l’Unione; non in tutte, ma in molte, oggi in moltissime.[1] Con un linguaggio che richiama quello del Secondo emendamento, e talvolta lo estende in maniera interessante. Ciò complica non poco la faccenda. In effetti l’introduzione di queste clausole è stata fatta, almeno nei tempi più recenti, proprio per complicare la faccenda, per politicizzarla. A differenza del Secondo emendamento, adottato nel primissimi anni della repubblica (entrò in vigore nel 1791) e rimasto da allora immutato, le clausole nelle costituzioni statali sono state inserite in vari periodi della storia nazionale, spesso mutate e adattate ai tempi – secondo i tempi della lotta politica, legale e culturale.
Vediamo subito i numeri. E vediamoli in almeno due momenti storici decisivi. Il primo è il periodo post-Guerra civile, quando gli Stati Uniti si sono riunificati dopo una divisione sanguinosa; quando milioni di americani hanno appena smesso di usare le armi ma anche, con quelle armi, sono appena tornati a casa. Bene, dei 37 Stati che nel 1870 fanno parte dell’Unione, 22 hanno la clausola sul diritto alle armi nella loro carta costituzionale, più della metà quindi, per la precisione il 60%. Non c’è alcuna clausola in 15 Stati. E questi quindici comprendono i 6 Stati che non ce l’avranno mai, che non l’hanno allora e gli unici che non l’hanno neanche oggi; e che sono New York e California, New Jersey e Maryland, Iowa e Minnesota. Abbiamo già fatto il salto nel futuro dell’oggi, e quindi completiamolo. Oggi questa clausola è presente in 44 Stati su 50, cioè nell’88% dei casi – ben più che nel 1870.
Quello che è successo è che 9 degli Stati che non avevano la clausola sul diritto alle armi nel 1870 l’hanno introdotta successivamente. La stessa cosa hanno fatto tutti i 13 nuovi Stati che sono entrati da allora nell’Unione, compresi gli ultimi due in ordine di tempo, Alaska e Hawaii nel 1959 (entrambi hanno una formulazione eguale a quella del Secondo emendamento). In particolare, dal 1963 a oggi 20 Stati hanno adottato, o ri-adottato dopo averla cancellata, o rafforzato nel linguaggio questa clausola. Con emendamenti alle costituzioni avviati con una varietà di procedure: da parte dei legislatori con successiva ratifica referendaria, oppure degli elettori con iniziative legislative popolari. Di questi venti, 9 Stati l’hanno introdotta ex novo dagli anni 1970s in poi, cioè da quando il dibattito sui gun rights e sul gun control è diventato più popolare e si è politicizzato e polarizzato. L’ultimo a farlo è stato il Wisconsin nel 1998.[2]
Se guardiamo alle origini, vediamo che parecchi Stati hanno questo diritto nella loro prima costituzione. Gli Stati più vecchi ce l’hanno fin dagli anni dell’indipendenza: North Carolina e Pennsylvania dal 1776, Vermont dal 1777, Massachusetts dal 1780. Il linguaggio statale, quindi, esiste da prima del Bill of Rights, ha vita separata da quello federale, lo precede e lo plasma. Spesso il diritto alle armi si accompagna strettamente al sospetto nei confronti di una standing army e dell’autorità militare, di cui si dice che non è consentita ovvero che è sottoposta all’autorità civile.[3] Ciò avviene in costituzioni dell’epoca rivoluzionaria, ma anche più tarde, quando la Rivoluzione è ormai lontana, oltre la metà dell’Ottocento.[4] Il senso dell’accoppiata è evidente nel contesto del discorso repubblicano settecentesco: gli eserciti permanenti professionali sono un pericolo per la repubblica, è il popolo che è chiamato a difenderla, il popolo in armi nella milizia.
Nelle costituzioni statali c’è anche qualcosa d’altro e di più. C’è, ricorrente, l’affermazione che il diritto di portare armi è un diritto individuale, anche per la difesa personale, e non solo un diritto collettivo del popolo per la difesa del commonwealth. Nel 1870 essa è presente in 14 delle 22 costituzioni che includono questo diritto. Fin dalle più antiche si parla di armi non solo per “common defense” o “defence of the State” ma anche per auto-difesa o sicurezza personale.[5] La titolarità del diritto è spesso attribuita a “the people”, e allora siamo un po’ nei pasticci semantici per capire chi si intenda davvero (un soggetto collettivo?); altre volte, con più chiarezza, si dice “cittadini” o “persone” (individui quindi).[6] In alcuni Stati del Sud pre-bellico e schiavista la parola magica è più precisa: “freemen” o “free white men”.[7] Anche qui, nelle nuove carte post-Guerra civile e post-abolizione della schiavitù, si passa a un più generale e generico “the people” o “citizens” senza indicazione di condizione o di razza.[8]
Passando dal 1870 all’oggi, l’esistenza di un diritto individuale, declinata in vari modi, diventa quasi universale. Se ne parla nelle costituzioni di ben 40 Stati sui 44 che hanno la clausola del diritto alle armi. In 22 Stati il diritto individuale all’auto-difesa è indicato accanto alla difesa dello Stato; valga per tutti l’esempio dell’Alabama: “That every citizen has a right to bear arms in defense of himself and the state.” In 14 Stati il diritto individuale è accompagnato da qualche qualificazione o limitazione. L’esempio sia la Florida: “The right of the people to keep and bear arms in defense of themselves and of the lawful authority of the state shall not be infringed, except that the manner of bearing arms may be regulated by law”. In 4 Stati, infine, c’è solo il diritto individuale puro e semplice. Come si dice nel Maine, a cominciare dal 1987: “Every citizen has a right to keep and bear arms and this right shall never be questioned.” Punto e basta.[9]
Dal punto di vista degli Stati, dunque, il diritto di portare armi è tutt’altro che un anacronismo, tutt’altro che un relitto inattivo del passato settecentesco, come parrebbe a livello federale. Il suo linguaggio è rimasto piuttosto stabile dagli anni della Rivoluzione in poi, con poche varianti dispositive. Tuttavia ha continuato a diffondersi con regolarità, a riprodursi fino a oggi. Fra l’altro, con una frequenza sconosciuta ad altre parti del Bill of Rights; per esempio, il diritto al libero esercizio della religione e la libertà da discriminazioni religiose, cioè due pezzi importanti del Primo emendamento, hanno degli analoghi solo in 34 carte su 50.[10] Diffondendosi, quel linguaggio ha acquistato una nuova ragion d’essere, nel contesto dei conflitti culturali degli ultimi decenni. Mi sembra infatti che oggi il riconoscimento del diritto individuale all’auto-difesa personale, che pure non era sconosciuto nel passato, abbia preso il sopravvento su quello del diritto collettivo alla difesa comune.
Aiuta tutto ciò a interpretare il Secondo emendamento, o meglio il suo significato originario? Fino a un certo punto. Per i sostenitori del diritto individuale, è ovvio che le costituzioni statali che lo prevedono e che sono antiche, magari precedenti o coeve all’adozione stessa del Bill of Rights, forniscono una chiave di lettura autorevole delle intenzioni della generazione costituente e del loro immediato lascito storico e culturale. Ma si può fare anche il discorso opposto: pur essendo il diritto individuale presente nel linguaggio costituzionale del tempo, è rilevante che il Secondo emendamento taccia su di esso. Lo dice fra l’altro la dissenting opinion del giudice supremo John Paul Stevens nel caso Heller del 2008: il Secondo emendamento, dice, è notevole per la sua “omissione” del diritto all’auto-difesa di cui pure si parlava in analoghi e coevi documenti della Pennsylvania e del Vermont.[11] Siamo quindi, di nuovo, punto e a capo?
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[1] Eugene Volokh, State Constitutional Rights to Keep and Bear Arms, “Texas Review of Law & Politics”, vol. 11, no. 1 (2006), pp. 191-217.
[2] I nove Stati sono Illinois nel 1970, Virginia nel 1971, Nevada nel 1982, New Hampshire nel 1982, North Dakota nel 1984, West Virginia nel 1986, Delaware nel 1987, Nebraska nel 1988, e infine Wisconsin nel 1998.
[3] Un esempio per tutti, dalla costituzione del 1776 della North Carolina: “That the people have a right to bear arms, for the defence of the State; and as standing armies, in time of peace, are dangerous to liberty, they ought not to be kept up; and that the military should be kept under strict subordination to, and governed by the civil power”.
[4] Nelle costituzioni di North Carolina 1776, Pennsylvania 1776, Vermont 1777, Massachusetts 1780, Ohio 1802. Ma anche più tardi di Indiana 1816, Texas 1836 (ancora indipendente), e poi Ohio 1851, Oregon 1857-59, Kansas 1859-61, South Carolina 1868.
[5] Magari nello stesso giro di frase: “defence of themselves and the State”. In un unico caso, solo una volta e per un breve periodo, si dice proprio “individual defence”: nella costituzione dell’Arkansas negli anni della secessione, 1861-1864.
[6] Con qualche variazione nelle costituzioni successive di uno stesso Stato. Per esempio, la carta della Pennsylvania fra il 1776 e il 1790 passa da “the people” a “citizens”. Probabilmente, a differenza degli analisti di oggi, i costituenti statali di allora non erano così pedanti, non facevano differenza fra “the people”, “citizens”, “persons” e così via.
[7] E’ il caso delle costituzioni di Tennessee 1796 e 1834; Arkansas 1836, 1861, 1864; Florida 1838.
[8] Nelle nuove costituzioni del Sud post-Guerra civile talvolta si introducono delle qualificazioni all’esercizio del diritto, secondo le quali il diritto “to keep and bear arms” può essere “regolato” dalla legge. Per esempio: “under such regulations as the legislature may prescribe” (Texas 1865). Oppure: le assemblee legislative possono avere il “power to prescribe by law the manner in which arms may be borne” (Georgia 1868; simile in Tennessee 1870). E ancora: il diritto può essere esercitato in difesa “of the lawful authority of the State” (Missouri 1865, Florida 1868, Texas 1868) – dove immagino sia importante quel “lawful authority”, in anni di potenti conflitti razziali.
[9] La prima costituzione del Maine del 1819 specifica “a right to keep and bear arms for the common defence”. Per evitare una interpretazione che sottolinei la natura collettiva di quel diritto, nel 1987 “for the common defence” è stato cancellato.
[10] David B. Kopel, What State Constitutions Teach About the Second Amendment, “Northern Kentucky Law Review”, vol. 29, no. 4 (2002), pp. 823-847.
[11] “The parallels between the Second Amendment and these state declarations, and the Second Amendment’s omission of any statement of purpose related to the right to use firearms for hunting or personal self-defense, is especially striking in light of the fact that the Declarations of Rights of Pennsylvania and Vermont did expressly protect such civilian uses at the time”. District of Columbia v. Heller, 554 U.S. 570 (2008). Justice Stevens, with whom Justice Souter, Justice Ginsburg, and Justice Breyer join, dissenting.
- Il dominio assoluto su un altro popolo corrompe anche i dominatori (Thomas Jefferson sulla schiavitù)
- Perché, e da quando, gli americani non votano? (1994)
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